AttualitÃ
Settembre 24th, 2007 Riccardo FucileContro l’infame regime militare LIBERTA’ PER IL POPOLO BIRMANO
Il nono giorno della protesta dei monaci buddhisti, a cui si era affiancata la popolazione, ha fatto irruzione, tra le pagode di Yangon, il sangue e la morte. “I monaci hanno avuto coraggio, hanno rischiato la vita per noi, ora tocca a noi stare al loro fianco” urla uno studente mentre impugna la bandiera rossa con il pavone dorato,simbolo della indipendenza dal regime militare. Il regime ha risposto sparando sul proprio popolo raffiche di mitra: si parla di 8 morti, 150 feriti e 300 arresti. Centinaia di monaci sono stati bastonati e trascinati in carcere, stessa sorte pare toccata all’irriducibile eroina Aung San Suu Kyi, già agli arresti domiciliari. Mentre la gente muore di fame e i generali hanno fatto gli affari più loschi arricchendosi a dismisura, l’Occidente finalmente si sveglia e esprime una ferma condanna, finora impedita all’ONU dalla Cina comunista e dalla Russia. Si distingue in fermezza il presidente francese Sarkozy che invita esplicitamente le aziende francesi a non fare più affari col governo militare birmano. Prudente come al solito il governo italiano che esprime una generica condanna, ma niente fatti concreti. La Birmania conta 55 milioni di abitanti ed è un Paese buddhista, i monaci appartengono alla scuola theravada e sono i membri venerati della società . In ogni piccola città esiste una pagoda e un monastero, luoghi tradizionali per la preghiera e per l’istruzione scolastica. I monaci sono sempre stati in prima linea nelle lotte del popolo birmano per le libertà civili, fin dai tempi del colonialismo inglese. Continua »