AttualitÃ
Contro l’infame regime militare LIBERTA’ PER IL POPOLO BIRMANO
Il nono giorno della protesta dei monaci buddhisti, a cui si era affiancata la popolazione, ha fatto irruzione, tra le pagode di Yangon, il sangue e la morte. “I monaci hanno avuto coraggio, hanno rischiato la vita per noi, ora tocca a noi stare al loro fianco” urla uno studente mentre impugna la bandiera rossa con il pavone dorato,simbolo della indipendenza dal regime militare. Il regime ha risposto sparando sul proprio popolo raffiche di mitra: si parla di 8 morti, 150 feriti e 300 arresti. Centinaia di monaci sono stati bastonati e trascinati in carcere, stessa sorte pare toccata all’irriducibile eroina Aung San Suu Kyi, già agli arresti domiciliari. Mentre la gente muore di fame e i generali hanno fatto gli affari più loschi arricchendosi a dismisura, l’Occidente finalmente si sveglia e esprime una ferma condanna, finora impedita all’ONU dalla Cina comunista e dalla Russia. Si distingue in fermezza il presidente francese Sarkozy che invita esplicitamente le aziende francesi a non fare più affari col governo militare birmano. Prudente come al solito il governo italiano che esprime una generica condanna, ma niente fatti concreti. La Birmania conta 55 milioni di abitanti ed è un Paese buddhista, i monaci appartengono alla scuola theravada e sono i membri venerati della società . In ogni piccola città esiste una pagoda e un monastero, luoghi tradizionali per la preghiera e per l’istruzione scolastica. I monaci sono sempre stati in prima linea nelle lotte del popolo birmano per le libertà civili, fin dai tempi del colonialismo inglese. Nel 1919 , dato che gli inglesi si ostinavano per disprezzo a non togliersi le scarpe quando entravano in un tempio buddhista, nella pagoda di Eindawya i monaci li cacciarono. Il capo dei monaci fu condannato per questo all’ergastolo e diventò il simbolo della resistenza contro il coloniasmo, altri morirono in carcere facendo lo sciopero della fame perchè gli era impedito in galera di indossare il saio monacale. Nel 1948 la Birmania ottiene l’indipendenza e con la giuda di U Nu si avvia una strada di libertà . Ma nel 1962 un colpo di stato militare fa ritornare il Paese nella dittatura. I monaci sono sempre alla guida della protesta popolare e nella rivolta del 1988 il regime soffoca nel sangue la ribellione con oltre 3.000 morti. A distanza di anni questa estate, la popolazione alla fame viene nuovamente guidata dai monaci che da soli, in una serie di manifestazioni, arrivano a portare in piazza centinaia di migliaia di persone. Chi protegge il regime militare e’ la Cina comunista, già distintasi in Tibet per la repressione della popolazione, di questi giorni l’accorato appello del Dalai Lama a sostegno dei monaci birmani. Una scena toccante di questi giorni è quella in cui si vedono i monaci sfilare con la ciotola delle elemosine rovesciata ed esposta sopra la loro testa: non accetteranno più la elemosina dai militari e dai loro familiari.Far donazioni al Sangha, la comunità dei religiosi, è infatti per un devoto buddhista, uno dei doveri spirituali più importanti da compiere. Ma fu lo stesso Buddha a insegnare ai suoi discepoli che “l’elemosina macchiata” andava rifiutata…non si potevano accettare offerte da coloro che avevano commesso ingiustizie verso il popolo. E si tratta di una grave umiliazione per chi si vede rifiutato l’obolo. A parte le tuniche zafferano, i piedi nudi e le teste rasate, i monaci devono seguire oltre che i “cinque precetti” dei laici (non nuocere alle creature viventi, non prendere ciò che non è stato dato, non fare un cattivo uso dei sensi) altri cinque precetti: non mangiare oltre il pasto di mezzogiorno, non cantare, suonare o dare spettacoli indecenti, non fare uso di ornamenti, non usare letti sontuosi, non accettare oro e argento. I monaci devono sopravvivere solo di elemosine quindi, e ciò ha dato loro un prestigio morale che li rende protagonisti dei grandi movimenti storici di battaglie per la libertà . I monasteri sono centri di trasmissione della cultura e la maggior parte dei giovani vi trascorre un po’ di tempo della loro vita, come una specie di servizio militare per capirci, ma volontariamente ovvio. Di fronte a una sollevazione popolare su basi morali e di sopravvivenza, contro un infame regime militare che da quasi mezzo secolo imprigiona migliaia di dissidenti nella indiffferenza delle democrazie occidentali e della sinistra che fa marchette con la Cina comunista, che il popolo di centrodestra si svegli e cominci a gridare forte per la libertà di tanti popoli oppressi….basta lasciare le piazze ai pacifisti a senso unico, agli uomini e donne nelle istituzioni diciamo chiaro e forte: presentate mozioni, incalzate la Sinistra… basta lasciare il campo della politica estera agli amici dei regimi militari marxisti o alle pseudovolontarie a 8.000 euro al mese …è una battaglia di libertà , è nel DNA della Destra, guardate negli occhi il viso di quei monaci …hanno tanto da insegnarci credetemi…cerchiamo di esserne un poco degni anche noi…basta lasciare alla Sinistra questo terreno…questa deve essere e diventare la destra di Popolo.
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