CENTRODESTRA, COSTRETTI A STARE ASSIEME
IN UMBRIA BERLUSCONI FA IL MATTATORE, SALVINI SOPPORTA A STENTO, MELONI GUARDA L’OROLOGIO… LA FOTO DI PERUGIA MOSTRA TRE IPOCRITI
Rieccoli insieme ma ognuno distante dall’altro. Ed è una scena che rappresenta plasticamente lo stato del centrodestra italiana.
Ore 17 e 20, Park Hotel, albergone ai piedi di Perugia. Si aspetta l’arrivo dei tre tenori: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
L’ultima fotografia dei tre risale alla campagna elettorale delle regionali in Basilicata, ovvero al marzo scorso. Rieccoli sì, ma separati.
Il primo ad arrivare è l’ex presidente del Consiglio, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Con un corteo di automobili fa il suo ingresso da dietro e si dirige nella sala dove si terrà la conferenza stampa della pace e dell’unità . Il Cavaliere indossa il doppio petto di ordinanza, la cravatta a pois, la spilla di Forza Italia che illumina la giacca.
“E’ in formissima, sa tutto, è preparatissimo”, sussurrano dall’inner circle. Eccolo allora allietare la claque che lo ha aspettato con tanto di bandiere di Forza Italia: racconta la solita barzelletta sull’asino, ma prima di ogni cosa ordina ai sostenitori di sedersi “così io divento più alto”. Risate, pacche sulle spalle: insomma, è il solito show dell’inquilino di Arcore.
Ed è in quell’istante, quando ancora lui si diverte a modo suo, che si materializza Salvini. Ma Berlusconi nemmeno se ne accorge. E così il Capitano leghista, camicia bianca, jeans, clarks ai piedi, scuro in viso, scocciato di esser li, di vedere tutte quelle bandiere di Forza Italia, si accomoda nel posto riservato, chiama uno dei suoi e gli sussurra: “Oh, ma i nostri dove sono? Fateli scendere…”.
Soltanto dopo qualche minuto il Cavaliere, che porta sotto braccio la solita cartella che contiene il programma per liberare il Paese dai comunisti, si accorge del leader del Carroccio e gli dice: “Devo stare vicino ai malati di stomaco…”, scherza riferendosi alla colica renale che ha costretto a Salvini a un ricovero urgente nella giornata di ieri.
Poi ecco Giorgia Meloni, giacca rossa, applauditissima, strizza l’occhio a Salvini, saluta l’ex premier, abbraccia Donatella Tesei, senatrice leghista e candidata del centrodestra in Umbria. I posti sono assegnati: Berlusconi e Salvini ai lati opposti, Tesei e Meloni nel mezzo.
Alle 17 e 47 è il momento della foto. Che il Cavaliere diffonde subito su tutti i social, ma Salvini si tiene bene dal farlo.
Sia come sia si comincia. La sala è stracolma, si suda, i microfoni fanno le bizze così da far ironizzare Berlusconi: “E’ tutta colpa della sinistra”. Rincara la Meloni: “Dopo 50 anni dei comunisti al governo non funzionano nemmeno i microfoni”.
Rompe il ghiaccio la candidata Tesei, colei che ha il compito di conquistare il palazzo della Regione dopo cinquantanni di dominio incontrastato della filiera Pci-Pds-Ds-Pd. Ci riuscirà ? L’incipit di Tesei è significativo: “Voglio precisare che siamo qui a parlare esclusivamente dell’Umbria, dove si vota il 27 ottobre per le dimissioni della giunta Marino”. Che è come dire, il centrodestra, le dinamiche nazionali, non mi interessano. Il Cavaliere ascolta, prende appunti, accompagna con la testa l’arringa della candidata.
Si prepara allora Giorgia Meloni, eloquio lesto, efficace, la patriota scherza quando sottolinea che “la conferenza con tutti insieme porta bene”, così come è già successo alle passate regionali. Ovviamente la leader di Fratelli d’Italia scomoda i numeri e rivela che il Pil della regione è crollato di 15 punti in pochi, ma poi bombarda il governo giallorosso, “un esecutivo nato contro la volontà popolare”, “che autorizza la cittadinanza agli immigrati”, che “tassa tutto e te la vendono come lotta evasione”.
Chiusura dell’intervento: “Il voto umbro è un importante test nazionale: dopo la piazza di sabato questo voto può venire un messaggio importante al governo nazionale”. Dettaglio: Meloni non cita la parola centrodestra.
E allora tocca ora a Salvini, che da settimane gira in lungo e in largo l’Umbria, come se fosse lui il candidato alla presidenza della Regione, mobilitando tutto lo stato maggiore. Stamane, ad esempio, fra le tappe è stato a Terni, assieme a Barbara Saltamartini, Alessandro Morelli e Stefano Candiani a far visita alla Treofran, un’azienda che il Capitano leghista definisce “un altro dei fallimenti di Di Maio che ormai ha il tocco renziano”.
Anche lui non parla di centrodestra, ma “di una squadra che sinora ha sempre vinto”. E’ sicuro di farcela, così “il 27 ottobre diventerà festa nazionale per la libertà dell’Umbria”. “Mi raccontano di telefonate ricattatorie da parte della sinistra”. E ancora: “La sinistra sta usando l’Umbria come laboratorio per un esperimento genetico, ma il 27 sarà una sera di vergogna per Zingaretti e Di Maio che si beccano una lezione che se la ricordano per anni”.
Meloni e Salvini lasciano la chiusura della conferenza dell’unità a Berlusconi. E’ raggiante il Cavaliere, prende la parola, e fa questa premessa: “Ho poco altro da aggiungere”.
E invece parlerà per più di venti minuti. Elogerà la candidata Tesei, “i miei parlamentari me ne hanno parlato benissimo, è una delle migliori senatrici”, “è stata in Umbria dentro le istituzioni, è una che le carte per liberare la regione dalla sinistra”.
Berlusconi cita Salvini per ben tre volte, sferza il governo, esalta la piazza di sabato, dove lui non solo ci sarà ma parlerà anche dal palco: “Ho deciso di andare alla manifestazione perchè questo governo attenta alla libertà : noi siamo incompatibili con la sinistra che ha l’ideologia dello Stato etico, vede i cittadini come sudditi”.
Peccato che proprio in quegli istanti la vicepresidente Mara Carfagna dirà che forse occorrerebbe ripensarci ma “ritrovarsi in piazza a fianco” di Casa Pound “non potrebbe che creare difficoltà ”.
Il Cavaliere non solo parteciperà ma assicura che interverrà dal palco. Anche se ci sarà la sfilata di Casa Pound. E anche Matteo Salvini non ha nulla in contrario se ci saranno o meno gli estremisti di destra: “Abbiamo aperto la piazza a tutti gli italiani di buona volontà , poi ovviamente la organizza la Lega e sul palco interviene chi decide la Lega. ‘Sto giochino della piazza dei fascisti ormai fa ridere, non ci crede più nessuno”.
Ma dicevamo del Cavalire. Il suo one man show continua attaccando l’esecutivo Conte e in particolare prendendo di mira l’ipotesi di andare in galera per un’evasione superiore ai 50mila euro, riesuma il vecchio mantra dell’oppressione giudiziaria, “ricordate Davigo?”, e prende in giro il Partito democratico: “Ho scoperto che vuol dire Poltrone e Divani…”.
Starebbe tutto il pomeriggio a raccontare del ’94, di quando salvò il Paese dal pericolo comunista, sottolineando che oggi è peggio del 1994 perchè ci sono quattro sinistre: il Pd, LeU, il M5S e il “nuovo partito di partito Renzi”.
Nel frattempo Salvini si annoia, guarda continuamente il telefono, poi l’orologio, poi ancora il telefono. Ma il Cavaliere non si ferma, cita una frase memorabile di un suo amico socialista (Rino Formica ndr.), “la politica è sangue e merda”, e rivela che “lui si è deciso a candidarsi in Europa per convincere la Merkel e company ad allearsi con Salvini e Orban”.
La platea è stremata, Salvini scalpita, Meloni guarda l’orologio. “Ci aspettano al family day”. Alla fine l’ex premier chiosa così:“Viva la Lega, viva Fratelli d’Italia, viva Forza Italia, viva il centrodestra di cui l’Italia ha tanto bisogno. E infine viva anche questo vecchietto che ancora non molla”.
A questo punto Salvini se ne va, una stretta di mano, e fugge al Family day, dove ci andranno anche Meloni e Berlusconi. Ma anche lì la scena si ripeterà . Salvini starà circa dieci minuti, Meloni mezz’ora, mentre il vecchio Cavaliere, omaggiato dalla platea al grido di “Silvio, Silvio, Silvio”, sale sul palco e ripropone il solito clichè. Ma non è più il 1994, è il 2019.
(da “Huffingtonpost”)
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