CESARE BATTISTI ARRESTATO IN BOLIVIA: COSA PUO’ SUCCEDERE ORA
DUE IPOTESI: ESPULSIONE DIRETTA IN ITALIA O ATTRAVERSO IL BRASILE… MA SE LA BOLIVIA CHIEDESSE L’APERTURA DI UNA RICHIESTA FORMALE DI ESTRADIZIONE TEMPI LUINGHI E TUTTO PUO’ ACCADERE… IN OGNI CASO IN ITALIA NESSUN ERGASTOLO MA 30 ANNI DI CARCERE
Cesare Battisti è stato arrestato dalla polizia boliviana, in collaborazione con l’Interpol e grazie ad un lavoro di indagine sull’ultima fuga avvenuto tra autorità italiane e brasiliane. Il nostro ministero degli Esteri ha ricevuto informazioni alcuni giorni fa: l’ex terrorista era stato individuato a Santa Cruz, in Bolivia.
La Bolivia è il Paese nel quale Battisti aveva già tentato di scappare un anno fa, quando il vento era cambiato per lui in Brasile.
Poichè retto da anni dal governo socialista di Evo Morales, si supponeva che nel Paese andino Battisti potesse trovare nuovi appoggi.
Al momento non sono serviti ad evitargli l’arresto.
Le autorità boliviane non si sono ancora pronunciate, ma si lavora a due ipotesi: l’espulsione di Battisti direttamente in Italia, o attraverso il Brasile il quale lo consegnerebbe in seguito alle nostre autorità .
Se invece la Bolivia chiedesse l’apertura di una richiesta formale di estradizione i tempi potrebbero allungarsi.
In ambienti diplomatici italiani si sospetta che il governo brasiliano vorrà fregiarsi dell’operazione, chiedendo che Battisti passi dal Paese che gli ha dato rifugio per tanti anni, e che ora, per ragioni politiche, ha cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Dopo la vittoria dell’ex militare di estrema destra Jair Bolsonaro, Bolivia e Brasile si trovano agli estremi dello spettro politico, ma i rapporti sono buoni.
Evo Morales ha partecipato (unico leader della sinistra) all’insediamento di Bolsonaro il 1° gennaio a Brasilia. Si vedrà nelle prossime ore se il governo socialista si vorrà togliere immediatamente la patata bollente Battisti dalle mani, o se sorgeranno complicazioni
(da “Il Corriere della Sera”)
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