CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE
IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA … SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE – BENISSIMO – CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA POLEMICA
Ci rendemmo subito conto che da Sangiuliano c’era nulla da aspettarsi, a parte qualche risata: e così è stato. Giuli aveva
cominciato bene, mostrando una certa apertura e rivendicando un po’ di autonomia, ma mi sembra sia stato rapidamente richiamato all’ordine.
Almeno non fa gaffe, o ne fa meno del suo illacrimato predecessore. Che la destra abbia più poltrone da distribuire che sederi presentabili da metterci sopra, è però un fatto, e per la verità non limitato al mondo culturale.
Ma io cerco di parlare di quel poco che so, quindi torno al caso-Venezi. Il problema non è tanto di destra o sinistra, ma di competenza o incompetenza. Che Beatrice Venezi non abbia il curriculum per poter fare il direttore musicale della Fenice è palese a chiunque alla Fenice o in qualsiasi altro teatro d’opera sia mai entrato.
È una constatazione ovvia, evidente, vistosa “come un pollice gonfio”, direbbe Wodehouse. Infatti nell’ambiente, fra giornalisti musicali, critici e semplici appassionati, non c’è proprio discussione. Sui giornali di destra non si è letto un solo articolo documentato o firmato da qualcuno di minimamente autorevole che abbia dimostrato il contrario: solo slogan, ripetuti all’infinito.
Ma se una classe dirigente politica o giornalistica non si distingue, per conoscenze o equilibrio o semplice capacità di ragionamento, da pincopallina o patriota69 che vengono sulla tua pagina Facebook a ripetere le stesse scemenze che sentono nei talkshow da parte di gente che non distingue un violino da un trombone, allora un problema c’è.
Per giudicare il curriculum di un direttore d’orchestra ci vuole un
minimo di competenza, esattamente come per quello di un chirurgo o di un ingegnere. Invece abbiamo personaggetti il cui titolo di studio è la cresima che vengono a spiegarti che Venezi è adatta a dirigere alla Fenice perché l’ha fatto a Sanremo.
E allora avanti con il curriculum di Diego Matheuz (hanno scoperto Matheuz, quando arriveranno a Chung, cioè il vero direttore musicale della Fenice negli ultimi anni, facciano un fischio), con il Colón “primo teatro del mondo” (ciao, core), con il boicottaggio della donna di destra (e allora perché sull’Arena di Verona sovrintende – benissimo – Cecilia Gasdia, donna e di destra, senza che nessuno faccia un plissé? Anzi, cari Giuli e Mazzi e compagnia cantante, prima di fare figuracce fatele uno squillo: magari le evitate).
È anche un problema etico. Io non so nulla di calcio, quindi non mi permetto di entrare nelle discussioni, senz’altro più appassionanti di quelle sulla Fenice, sul ct della Nazionale.
Ma se mi dovessi occupare professionalmente di calcio, mi metterei in primo luogo a studiare, a leggere i giornali, a chiamare qualcuno che se ne sa più di me. Banalmente: a informarmi. Questo dovere dovrebbe sentirlo, e magari di più, chi è pagato dai cittadini per occuparsi di questi argomenti. Studiare non sempre risolve. Ma spesso aiuta.
(da Dagoreport)
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