CHIANTI CLASSICO PER MEDVEDEV: VINO ITALIANO NONOSTANTE LE SANZIONI
LA DENUNCIA IN UN’INCHIESTA DEL SITO THE INSIDER
Il primo a segnalare un collegamento fra la cantina toscana nel Chianti Classico e Dmitry Medvedev era stato Alexei Navalny. L’anomalia, emersa nei giorni scorsi, sarebbe che, nonostante le sanzioni, il vino toscano preferito da Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza a Mosca, continui ad arrivare in Russia, e “ogni consegna coincide con nuove aggressive esternazioni dell’ex presidente russo”.
A scriverlo è il sito web The Insider, che sostiene – ironicamente – che “è plausibile” che le due cose siano collegate.
Secondo il media indipendente russo, le bottiglie continuano dunque ad arrivare dall’azienda vinicola toscana in questione, che è stata collegata per la prima volta a Medvedev dalla Fondazione anticorruzione (FBK) di Navalny nel 2017, quando quella cantina era registrata sotto una società offshore cipriota di proprietà di Ilya Eliseev, un amico stretto, già compagno di classe, dell’ex presidente. Una serie di scatole cinesi che, secondo il dissidente morto lo scorso 16 febbraio, disegnavano il collegamento fra la tenuta vitinicola e il politico russo, braccio destro di Putin, presunte esportazioni comprese. Più di recente è emerso che una parte delle azioni è ora detenuta direttamente da una società non sottoposta a sanzioni dell’Unione Europea che può spedire il vino in Russia senza troppi problemi.
“Le apparizioni pubbliche e i post sui social media dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev sono scesi a un nuovo minimo di indecenza – scrive The Insider – scatenando numerose teorie del complotto. Alcuni ipotizzano che le sue umiliazioni pubbliche siano una punizione da parte del Cremlino per i suoi passati tentativi di istituire riforme liberali. Tuttavia, The Insider ha scoperto una spiegazione più banale per lo strano comportamento del vice capo del Consiglio di Sicurezza. Nonostante le sanzioni, il vino dei vigneti italiani di Medvedev continua a fluire in Russia, con date di consegna che precedono opportunamente le sue scandalose pubblicazioni”. Così il sito russo denuncia con ironia la questione delle esportazioni di vino italiano in Russia.
La cantina chiamata in causa è la Fattoria della Aiola che, secondo quanto appurato all’epoca da Navalny, a quel tempo era registrata sotto la società offshore cipriota Furcina Ltd, di proprietà proprio di Ilya Eliseev. Poi l’assetto è cambiato, ma la figura di Eliseev secondo The Insider è rimasta.
Ricostruendo una serie di spedizioni e le relative date di consegna da parte dei vari spedizionieri, il media russo nota che sono coincise con uscite di Medvedev, ad esempio, sulla prevedibile “fine dell’Unione Europea”, oppure sui “peccati” dell’Occidente, con termini dispregiativi come “folli europei”, “nonno senile” riferito al presidente degli Stati Uniti Joe Biden o agli “idioti del villaggio” come ha bollato la leadership Ue. O ancora al più recente post su come “L’Apocalisse Nucleare non solo è possibile ma anche molto probabile”.
Dunque, suggerisce The Insider, “se i vigneti di Medvedev fossero inclusi nell’elenco delle sanzioni, forse il livello di tossicità dei suoi post sui social media potrebbe essere più contenuto”.
La Fattoria di Aiola, con sede a Vagliagli, Castelnuovo Berardenga (Siena), interpellata da Repubblica, aveva negato legami con Medvedev che “qui non si è mai visto”, avevano detto, ammettendo che “la proprietà della tenuta” fosse “della società Dockell di Cipro, che fa capo al signor Ilya Eliseev”.
Si tratta di una cantina storica, una delle enclave migliori del Chianti Classico, appartenuta al senatore liberale Giovanni Malagodi (nella gamma dei vini anche Il Rosso del Senatore, 90% Merlot, 10% Sangiovese).
L’azienda era stata venduta nel 2012, pare proprio a dei russi. Una tenuta di una ventina di ettari vitati, molto attiva nell’export, con un bel bagaglio di vini nella produzione a basa di Sangiovese ma anche di vitigni internazionali.
E secondo The Insider, Medvedev avrebbe ricevuto spedizioni di vino provenienti dalla Toscana malgrado l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Fatti di cui ci sarebbero le prove: il media russo riporta documenti di ImportGenius, database mondiale di report doganali e spedizioni internazionali.
(da agenzie)
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