CHIUSE INDAGINI: APPENDINO ACCUSATA DI FALSO E ABUSO D’UFFICIO PER IL CASO REAM
CONTESTATO LO STESSO REATO ALL’ASSESSORE AL BILANCIO E AL CAPO DI GABINETTO GIORDANA
La procura di Torino, dopo quasi un anno, ha chiuso le indagini sul caso Ream.
E ha deciso di aumentare il numero di indagati: adesso sono quattro perchè oltre alla sindaca Chiara Appendino, all’assessore al Bilancio Sergio Rolando e all’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, c’è anche il direttore delle Finanze Paolo Lubbia.
I pm hanno anche deciso di contestare un nuovo reato: abuso d’ufficio, che va ad aggiungersi al falso ideologico in atto pubblico.
Secondo i procuratori aggiunti Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta i quattro indagati avrebbero commesso un falso ideologico in atto pubblico in relazione al rendiconto 2016 e nel bilancio di previsione 2017 (solo sindaca e assessore al Bilancio).
La vicenda riguarda l’area ex Westinghouse: nel 2012 Ream (una partecipata di Fondazione Crt) acquisì il diritto di prelazione sulla zona dove forse sorgerà il nuovo centro congressi di Torino.
Versò al Comune una caparra di 5 milioni. A fine 2013 la Città aggiudicò ad Amteco-Maiora il progetto, operazione perfezionata alla fine dello scorso anno, quando il Comune ha incassato una parte dei 19,7 milioni offerti dai privati e, di conseguenza, avrebbe dovuto “decurtare” i 5 da restituire a Ream.
Non è andata così: la somma non è stata nè versata nè iscritta a bilancio. Il Comune dunque, secondo la procura, avrebbe garantito l’equilibrio del bilancio del 2016 attraverso un falso: conteggiando un credito ma non il rispettivo debito.
L’indagine è nata da un esposto dei capigruppo Stefano Lo Russo e Alberto Morano ed è poi stata condotta ascoltando decine di testimoni, tra cui l’ex direttore finanziario di Palazzo Civico Anna Tornoni, che avrebbe raccontato delle pressioni subite perchè non iscrivesse il debito di 5 milioni a bilancio, sia nel 2016 sia nel 2017.
Tornoni, nel frattempo è stata destinata ad altro incarico ed è stata sostituita da Lubbia. Sul caso Ream è andato in scena un feroce scontro tra il Comune e revisori dei conti, al culmine del quale il collegio ha deciso di dimettersi.
(da “La Stampa”)
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