CI PENSA FIORITO: SALVI I VITALIZI DEGLI ASSESSORI
IL BLITZ NELLA NOTTE DEL 16 DICEMBRE E LA PENSIONE DEI “TECNICI” DELLA GIUNTA POLVERINI
“Io prima sono andato un attimo alla buvette e ho visto la consigliera Colosimo e mi è venuto in mente che intanto lei versa i contributi per pagare la pensione di tanti ex consiglieri della regione Lazio e la sua pensione, se non cambiano le cose, forse ha la possibilità di riscuoterla dal 2052! Quindi facciamo gli auguri di arrivare invece in splendida forma come adesso a quella data”.
Mancano pochi giorni a Natale quando l’assessore al Bilancio, Stefano Cetica, si amareggia per i sacrifici a cui è costretta la 26enne Chiara Colosimo che la pensione, se va bene, la vedrà tra quarant’anni.
Lui di anni ne ha 57 e la pensione, se va bene, la prenderà appena finita la legislatura.
Deve ringraziare il Pdl che due notti prima — il 16 dicembre — ha inserito alla chetichella un emendamento che introduce il vitalizio anche per chi sta in giunta da “esterno”, senza aver preso neanche un voto.
Come Cetica, appunto.
A presentare in commissione Bilancio quel codicillo, alle due di notte, è il solito Franco Fiorito, ora indagato per l’uso dei fondi del gruppo Pdl.
Ha appena finito una lunghissima riunione di maggioranza.
Così, quando entra nella sala degli Etruschi, ha le idee chiare: “Questa è la nostra proposta: gli assessori esterni hanno diritto al vitalizio. La mettiamo ai voti”.
I cinque consiglieri di opposizione si guardano imbufaliti.
Dalla maggioranza fanno capire che non è il caso di perdere la testa, cercano di farli ragionare, che quella norma può servire anche a qualcuno di loro, magari anche all’Idv Vincenzo Maruccio che l’assessore esterno l’ha già fatto. Si alza un po’ di parapiglia, ma la questione si risolve in fretta.
Si vota: loro sono in cinque, gli altri sono in otto e nel giro di venti minuti quel codicillo è pronto per passare alla fiducia dell’aula.
Si infila nel maxiemendamento che ha trasformato la “finanziaria” regionale di 20 articoli in un mostro da 120:
“Lì dentro c’è di tutto — spiega Ivano Peduzzi, Federazione della Sinistra, ora a capo della campagna referendaria per l’abolizione dei vitalizi — È arrivata in aula e l’hanno messo ai voti dopo un’ora: non abbiamo neanche avuto il tempo di leggerlo”.
Prima che la giunta decidesse di procedere con la “fiducia”, la discussione era durata tre sedute.
E tre quarti del tempo l’avevano passato a discutere dei benedetti vitalizi (dai 3500 ai 7400 euro, in base al numero di legislature fatte) in arrivo per 14 assessori su 17, anche se qualcuno aveva già maturato il diritto nel suo passato da consigliere.
L’assessore Cetica spiega all’Aula le sue ragioni: “A chi vi parla, per esempio, sarebbe impossibile svolgere decentemente il ruolo di consigliere dovendo passare almeno due giorni a settimana, oltretutto il mercoledì e il giovedì, giorni dedicati proprio al Consiglio, in Conferenza delle Regioni (…) un confronto tra interessi con gli altri livelli istituzionali, Stato, Province, Comuni, che non lascia spazio neppure alla vita privata, figuriamoci al resto!”.
Insiste Cetica: “Se facevamo i consiglieri o gli assessori della Lombardia, ci potevamo permettere di stare due o tre giorni a settimana a Roma e un giorno solo in assessorato. Invece facciamo gli assessori del Lazio e stiamo sei giorni su sette, tredici, quattordici ore al giorno in assessorato. Ponetevelo questo problema, non per i vitalizi, ma per il futuro, perchè sarà sempre peggio”.
Alcuni dei 220 ex consiglieri che attualmente percepiscono un vitalizio dalla Regione, il problema se lo sono già posto: quando hanno visto la pensione decurtata di poche centinaia di euro a causa dei tagli ai costi della politica imposti dal governo, hanno fatto ricorso.
Eppure avevano avuto modo di ascoltare le parole pronunciate ancora da Franco Fiorito in quella seduta prenatalizia: “Il rispetto per le istituzioni si fa nei fatti, non si fa solamente negli annunci, e il rispetto è anche rispettare il lavoro che va dal singolo consigliere alla commissione, non fare che la demagogia prevalga sul rispetto tra le parti (…) Noi abbiamo l’opportunità , la capacità e anche il fisico, dico io scherzando, di poter reggere qualsiasi responsabilità ”.
Quel giorno è un po’ influenzato, ha la bocca secca.
Un collega gli passa un bicchiere d’acqua. Lui lo ringrazia ma prima di bere passa in rassegna con lo sguardo l’Aula del Consiglio e domanda “se c’è un assaggiatore”.
“Perchè di questi tempi non si sa mai”.
Paola Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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