CON UNA MANO IL GOVERNO FIRMA UN DECRETO CONTRO LA MALATTIA DEL GIOCO, CON L’ALTRA NE INTRODUCE DI NUOVI
LO STATO AUMENTA GLI INTROITI: NEL 2006 ERANO DI 15,4 MILIARDI, NEL 2009 SONO SALITI A 54 MILIARDI (+400%) MA IL GIRO RADDOPPIA CON IL SOMMERSO… OGNI ITALIANO SPENDE IN MEDIA 2.000 EURO L’ANNO
Governo schizofrenico, combatte la ludopatia aumentando i giochi.
Con la mano destra il governo firma un decreto per combattere le patologie legate al “gioco compulsivo”.
Con la sinistra si impegna ad introdurre “nuove tipologie di giochi, impegnandosi ad avviare le procedure occorrenti al loro affidamento in concessione”.
Per scoprire una netta contrapposizione tra idea e azione, tra intenzioni dichiarate e fatti, non occorre incrociare dati e fare lunghe verifiche.
Basta leggere per intero il comma 78 dell’articolo uno del maxi emendamento alla legge di Stabilità , attualmente in discussione alla Camera.
La schizofrenia del governo è messa a nudo dalla commissione Antimafia, che oggi ha votato all’unanimità un testo durissimo sui profili del riciclaggio connessi al gioco lecito e illecito, in cui si manifesta “profondo allarme per le ipotesi di incremento degli strumenti del gioco”.
L’articolo del maxi emendamento, al punto f promette: “Con decreto interdirigenziale del ministero dell’Economia e del Ministero della Salute sono adottate, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, linee di azione per la prevenzione, il contrasto ed il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente al gioco compulsivo”.
Poi, al punto m precisa: “Anche per aggiornare l’attuale palinsesto dei giochi, con decreto direttoriale dell’Aams sono introdotte e disciplinate nuove tipologie di giochi e, ove necessario, conseguentemente avviate le procedure amministrative al loro affidamento in concessione”.
Una tendenza che è oggetto di critiche da parte del Comitato sul riciclaggio (che ha curato la relazione oggi approvata in commissione): “E’ necessario fermare questa deriva — si legge nel documento — e segnalare con forza quanto possano risultare effimere tali siffatte “entrate” da “tassazione indiretta” e quanto, invece, siano progressivamente devastanti i danni e i costi per i singoli e per la collettività ”.
Nel 2006, secondo i Monopoli di Stato, gli introiti del gioco erano di 15,4 miliardi.
Nel 2009 hanno invece sfiorato i 54 miliardi, con un aumento quasi del 400 per cento.
Ma guardando le stime della Guardia di Finanza, che comprendono anche l’abusivismo, le cifre raddoppiano.
Analizzando questi dati si può dire che ogni italiano, neonati compresi, gioca ogni anno 2mila euro.
Considerando la stima per difetto di un milione di giocatori abituali, la cifra pro capite è enorme e spiega fenomeni come l’usura e la distruzione di migliaia di famiglie..
Il documento approvato dalla commissione Antimafia spiega chiaramente come il settore del gioco, anche lecito, sia infiltrato dalle organizzazioni criminali (nel 2010 sono state più di trenta le inchieste giudiziarie sul gioco, direttamente riferibili alle mafie).
Chiede maggiori controlli su licenze e concessioni.
E illustra il danno sociale provocato da questo settore: “Il settore gioco costituisce il punto di incontro di gravi distorsioni dell’assetto socio-economico quali, in particolare, l’esposizione dei redditi degli italiani a rischio di erosione; l’interesse del crimine organizzato, la vocazione “truffaldina” di concessionari che operano in regime di quasi monopolio; il germe di altri fenomeni criminali come usura, estorsione, riciclaggio. E sottrazione di ingenti risorse destinate all’erario”.
Da qui la conclusione, che chiama in causa esplicitamente forme di gioco come gratta e vinci, lotto e gioco via internet oltre, naturalmente, a slot machine e videopoker: “La diffusione estesa sul territorio delle più fantasiose forme di “tassazione indiretta”, in verità alimentano la “malattia del gioco”, invece di curarla.
Va detto che il maxi emendamento prevede anche una stretta sulla trasparenza dei concessionari del gioco.
Ad approvazione avvenuta, infatti, le società avranno sei mesi per comunicare tutte le quote di proprietà superiori al 2%.
In questo modo, teoricamente, situazioni di scarsa trasparenza societaria come quella di BetPlus, principale concessionario delle slot machine con sede nei paradisi fiscali caraibici (e mai chiarito assetto proprietario), dovrebbero essere spiegate.
Ma la soluzione appunto è teorica.
Perchè non è difficile per chi ha già elaborato una serie di scatole societarie estere, elaborare una nuova struttura con quote al 2%.
Fabio Amato e Simone Ceriotti
(da “il Fatto Quotidiano“)
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