CORRUZIONE: LA CAMERA NON HA SALVATO LUNARDI, HA SOLO RINVIATO IL GIUDIZIO
METTIAMO LE COSE IN CHIARO: NON E’ STATA VOTATA ALCUNA ASSOLUZIONE, E’ STATO SOLO CHIESTO UNA GIUSTA INTEGRAZIONE DEI DOCUMENTI…I GIUDICI DI PERUGIA NON POSSONO CONTESTARE IL REATO DI “CORRUZIONE PROPRIA” CHE PREVEDE IL “CONCORSO” DI UN ALTRO SOGGETTO, SENZA TRASMETTERE GLI ATTI COMPLETI CHE EVIDENZINO I RUOLI DI CORROTTO E CORRUTTORE…I FINIANI PRECISANO: “QUANDO ARRIVERA’ LA DOCUMENTAZIONE MANCANTE DECIDEREMO”
La Camera ha ieri negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Pietro Lunardi.
L’ex ministro delle Infrastrutture, oggi deputato del Pdl, è indagato per corruzione insieme all’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, con l’accusa di aver acquistato da Propaganda Fide, nel 2004, al prezzo di favore di 3 milioni di euro un intero palazzo di cinque piani – valutato 8 milioni di euro – in via dei Prefetti, nel centro storico di Roma, in cambio del finanziamento pubblico di 2 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile in piazza di Spagna.
Dopo avere acquistato l’immobile, con la mediazione di Angelo Balducci, Lunardi avrebbe fatto ottenere alla congregazione della Santa Sede un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per la realizzazione di un museo nella sede della Congregatio pro Gentium Evengelizatione, in piazza di Spagna.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche l’imprenditore Diego Anemone e l’architetto Angelo Zampolini.
Il parere della giunta per le autorizzazioni, che stabiliva la restituzione degli atti al collegio per i reati ministeriali del tribunale di Perugia, è stato approvato con 292 voti a favore, 254 contrari e 2 astenuti.
A votare a favore del rinvio degli atti sono stati i partiti di maggioranza, Pdl, Lega e Fli, contro le opposizioni di Pd, Idv e Udc.
Le astensioni sono state di due deputati dell’Udc, Rocco Buttiglione e Mario Tassone.
“È impossibile per la giunta e la Camera prendere in considerazione questa richiesta senza poter analizzare la condotta di entrambi i presunti concorrenti di questo episodio”, vale a dire “corrotto e corruttore”, ha detto il relatore di maggioranza, Giuseppe Consolo.
Dato che a seguito di questo voto, sono state avanzate polemiche osservazioni da parte di esponenti politici del centrosinistra circa il voto “incoerente” che sarebbe stato espresso in questa occasione dai finiani, rei di aver salvato Lunardi, è opportuno dire le cose come stanno.
Altrimenti si finisce solo per fare demagogia spicciola, con Di Pietro che spera di recuperare qualche voto e vorrebbe impiccare tutti senza leggere le carte.
Perchè la verità è un’altra.
Come si deve comportare un politico in questi casi? Votare per partito preso o leggere gli incartamenti?
Scendiamo nel dettaglio: in primo luogo è falso dire che Lunardi è stato salvato. Nessuna assoluzione, solo la richiesta al tribunale di Perugia di integrare le carte inviate, poi si procederà a nuova votazione.
In secondo luogo, negli atti vi era una grossa lacuna: era ipotizzato il reato di “corruzione propria” che è una fattispecie a “concorso necessario”: non è possibile avere corruzione senza individuare due soggetti, corrotto e corruttore. Quando i giudici di Perugia manderanno anche le carte che riguardano il cardinal Sepe, la Giunta e la Camera si esprimeranno nuovamente nel merito.
Il resto è solo demagogia.
Le parole della finiana Angela Napoli, emblema della lotta all ‘ndrangheta calabrese e da una vita sotto scorta, a differenza di tanti parolai dipietristi, suonano chiare: “la Casta non c’entra nulla, le nostre ragioni sono esclusivamente tecniche. Se non abbiamo elementi sufficienti, non possiamo esprimerci pro o contro. Non era un provvedimento nel merito, altrimenti sarebbe andata diversamente”.
Motivo?
“L’assoluta insufficienza delle indagini sommarie” svolte dal tribunale dei ministri. Se mancano questi elementi — continua Angela Napoli — qualsiasi intervento sarebbe strumentale. Fermo restando il garantismo, che non deve mancare in qualsiasi decisione, aggiungo che bisogna conoscere le carte”.
Napoli sostiene che Fli assume solo posizioni che siano valide rispetto agli atti: “Nessuna posizione preconcetta. Il nostro voto non è un ostacolo alle indagini. Anzi, nel momento in cui la magistratura fornirà quanto richiesto, assumeremo una posizione nel merito”.
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