DAL 2019 CASAPOUND HA PERSO PIÙ DELLA METÀ DELLE SEDI DI PARTITO, I POCHI RIMASTI PUNTANO A FARSI VEDERE CON LE ADUNATE IN STILE “ACCA LARENTIA”
SE NE SONO ANDATI DI STEFANO E LA CHIARALUCE… “ORMAI SONO UN MOVIMENTO PERSONALE DI IANNONE CHE TRA PUB, NEGOZI E TRATTORIE SI DEDICA PIU’ AL COMMERCIO CHE ALLA POLITICA”
“Effetto Acca Larentia”. Tre parole per riassumere un concetto semplice. Nelle chat dell’ultradestra il tam tam va avanti da 48 ore. L’eco e le reazioni alla versione 2024 dell’adunata nera organizzata da CasaPound – con i saluti romani e il “presente” militare sopra la gigantesca croce celtica, come ogni anno da anni – rischia di ridisegnare equilibri e assetti nella galassia neofascista italiana.
“Questa botta li ha rilanciati quando erano quasi spariti”, commenta uno dei tanti fuoriusciti di CasaPound Italia. Già, perché è questo che potrebbe succedere. Che dopo due anni a dir poco difficili, i “fascisti del terzo millennio” hanno ora la possibilità di uscire dalla sacca di irrilevanza nella quale si erano ficcati.
Era quello l’obiettivo di Acca Larentia. Perché il 7 gennaio rappresenta l’unica vera ipoteca politica rimasta a CasaPound. E quella si sono giocati. Ai camerati di Gianluca Iannone l’effetto volano non pare quasi vero. “Noi c’eravamo e ci saremo sempre”, hanno detto capi e capetti. A partire dal portavoce Luca Marsella il cui astro appare da tempo offuscato. “Un soldatino a servizio di Iannone”, lo descrivono sprezzanti alcune ex tartarughe. Sarà.
Secondo una voce diffusa negli ambienti dell’estrema destra romana “Acca Larentia è stato un paracadute, un colpo de c…”. Il riferimento è proprio allo stato di salute in cui gli organizzatori della manifestazione in memoria dei “camerati caduti” versavano da tempo.
Dopo giugno 2019, quando smette di essere un partito e torna movimento metapolitico, CasaPound non ne azzecca una. Impalpabili persino nella stagione delle proteste contro i vaccini e i Green Pass, che vede al centro Forza Nuova.
Fiaccati dalle fuoriuscite di nomi di presunto peso: prima l’ex segretario nazionale Simone Di Stefano con alcuni fedelissimi, e , più recentemente, la pasionaria Carlotta Chiaraluce. Il primo se ne è andato in polemica con Gianluca Iannone e il resto del gruppo dirigente, La seconda con modalità più soft. L’effetto della spaccatura si è sentito nelle sezioni: da oltre cento che erano, in tutta Italia, ne sono rimaste meno della metà. Con epicentro dell’emorragia al Nord.
Processi, inchieste giudiziarie, le grane legate allo stabile occupato a Roma dal 2003 (dove ancora hanno sede e dove abitano tuttora delle famiglie). CasaPound si era svuotata come era successo al competitor Forza Nuova. Aspirata ideologicamente da FdI e prima dalla Lega. “Ormai sono un movimento personale di Iannone, una specie di manipolo del gran capo e fondatore – racconta un camerata romano della vecchia guardia – Iannone che, tra pub, trattorie, concerti, negozi, si sta dedicando più al commercio che alla politica”.
A lanciare il “presente” a Acca Larentia – un premio e un onore per i neofascisti – c’erano i fedelissimi del capo, “Pelo” e “Atti”. Di fronte, schierati per file, i 500-600 (lontani i tempi dei 6mila sfilati in corteo nel 2018).
(da La Repubblica)
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