D’ALEMA E BERSANI LA FESTA LA FANNO A RENZI: POCA UNITA’ ALL’APPUNTAMENTO NAZIONALE DEL PD
I MAGGIORI APPLAUSI SONO ANDATI A CHI HA CONTESTATO IL PREMIER
“Se perfino con un’osservazione garbata, banale, dando atto al Governo dei suoi sforzi, se persino citando dati Istat si corre il rischio di essere insultati, non eÌ€ facile avere una discussione democratica in un grande partito”.
Massimo D’Alema in diretta al Tg3 ha il sorrisetto a mezza bocca delle grandi occasioni e lo sguardo brillante di chi eÌ€ pronto a rimettersi in gioco.
Alla festa nazionale di Bologna l’altroieri al governo e a Matteo Renzi non le ha mandate a dire. Alzata di scudi dei renziani, che hanno attribuito la sua vis polemica piuÌ€ che altro alla mancata nomina a Mr Pesc (il ministro degli esteri europeo) a favore di Federica Mogherini .
A Bologna la platea, piena, ha riso e applaudito.
Mentre lui, che ormai non ha piuÌ€ niente da perdere, si toglieva qualche sassolino dalla scarpa. “Le principali funzioni in Europa, la presidenza della Commissione, la presidenza del Consiglio Ue e la presidenza dell’Eurogruppo sono finite nelle mani dei conervatori.
La cancelliera Merkel ha ancora una volta conquistato una posizione dominante in Europa, questo non eÌ€ un grande risultato per i socialisti”.
L’aveva detto a Bologna e lo ripete in tv. Palcoscenico piuÌ€ ampio: bisogna sfruttare la ribalta. O battere il ferro fincheÌ eÌ€ caldo o fino a farlo diventare tale.
La Festa nazionale ha da sempre fornito un trend, un’indicazione all’anno che verraÌ€.
E quella che arriva da Bologna per ora è chiara: grande accoglienza per Pier Luigi Bersani, che da qui ci ha tenuto a ribadire che se lui fosse diventato premier si sarebbe dimesso da segretario.
Calore sincero per D’Alema.
Dibattito semi-deserto per l’asse del Nazareno, nelle persone di Lorenzo Guerini e Giovanni Toti.
Dibattito semi-deserto pure ieri per Dario Nardella, renzianissimo sindaco di Firenze, Virginio Merola, renziano delle ultime ore, sindaco di Bologna, Maria Carmela Lanzetta, ministro per gli Affari regionali.
EÌ€ il Pd che fu quello che infiamma i militanti. Non a caso, Renzi quest’anno la Festa l’ha ribattezzata non “democratica” ma”dell’UnitaÌ€” (mentre il giornale chiudeva).
Non a caso ha cercato fino all’ultimo di evitare le primarie per la presidenza dell’Emilia Romagna, pronto pure a cedere alle richieste di Vasco Errani e Bersani e imporre un candidato in continuitaÌ€ con la Giunta uscente, Daniele Manca, sindaco di Imola.
Non ci eÌ€ riuscito e nella contesa tra Stefano Bonaccini, ora nella sua segreteria nazionale, ma fino a ieri bersaniano, e Matteo Richetti, con lui fin dall’inizio, non si schiera: il primo ha dalla sua l’apparato del partito, proprio quello a cui il premier non puoÌ€ rinunciare, il secondo batte sulle parole d’ordine che hanno portato avanti la corsa della rottamazione, dal cambiamento in poi. Problemi.
A Bologna è stata accolta da folle deliranti la Boschi, tailleurino blu elettrico e passeggiata da tappeto rosso.
Renziana o no l’impressione eÌ€ che con la politica l’entusiasmo c’entri poco.
E il pieno l’ha fatto Oscar Farinetti, patron di Eataly, che ora si accinge a varare il consorzio Fico, una sorta di Disneyland del cibo, insieme alle Coop.
Contestato all’esterno, dentro l’hanno ascoltato in molti. Pubblico variegato, ma nel quale non mancavano rappresentanti di punta delle cooperative.
Tanto per restare al mondo precedente a Renzi, che questi non si puoÌ€ inimicare. Farinetti peraltro ha liquidato i problemi dei suoi dipendenti: “Lo sciopero? Lo hanno fatto in 3 su 100. E comunque, sono disposto a incontrare i lavoratori”. Con un autunno piuÌ€ che caldo alle porte, il dubbio sorge spontaneo: D’Alema e Bersani riusciranno di nuovo a intestarsi la battaglia contro il premier? I gruppi parlamentari sono quelli portati dall’ex segretario.
Per ora, le minoranze marciano divise, più occupate da questioni di leadership interne che da battaglie comuni.
Stefano Fassina ha capitanato un gruppetto di persone che ha presentato un emendamento per togliere il pareggio di bilancio dalla Costutuzione.
E D’Alema? “Noi parliamo di temi concreti”, dice. Lo stesso LiÌ€der Maximo cosiÌ€ ha liquidato l’iniziativa: “Altro che Costituzione, cominciamo ad allentare i vincoli di bilancio”.
In Senato eÌ€ in arrivo l’Italicum, alla Camera, la riforma costituzionale.
La battaglia eÌ€ assicurata. Fino a dove si spingeraÌ€? Difficile prevederlo oggi, molto dipenderaÌ€ da come va l’economia.
Se dovesse peggiorare ancora, tutto è possibile.
“Per ora, Renzi lo lavoriamo ai fianchi – spiega una cuperliana – non ci sono le condizioni per rompere. Per ora, peroÌ€”.
Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano“)
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