DE MAGISTRIS PREPARA IL TOUR DEL SUO MOVIMENTO NAZIONALE
MANO TESA A M5S E UN MODELLO BARCELLONA PER PRENDERE I VOTI DI SINISTRA
I motori del sindaco di Napoli de Magistris sono bollenti, ma la corsa a cui si prepara non è solo quella per il voto del 19 giugno.
La vittoria contro il forzista Lettieri, replay della sfida del 2011, in casa de Magistris viene considerata quasi come una formalità .
Lo sguardo va oltre, a come valorizzare sul piano nazionale la riconferma di un sindaco “contro” che ha saputo essere “forza di governo”. Di un uomo “di sinistra” che riesce a pescare voti “molto oltre il perimetro del vecchio centrosinistra”.
Quasi in sfida alla scaramanzia, e proprio di venerdì 17, il sindaco uscente e rientrante affida a Omnibus su La7 la sua ricetta per il dopo elezioni: non solo buche, rifiuti e traffico.
“Dopo le elezioni nascerà un movimento politico non leaderistico, un movimento popolare che va oltre i confini di Napoli e che avrà una soggettività politica anomala, costruito con una democrazia partecipativa”.
Il campo di azione è vasto, e spazia dai delusi del Pd e della sinistra agli elettori 5 stelle. “Con loro esiste una sintonia: Napoli è l’unica città con l’acqua pubblica, abbiamo detto ‘No’ agli inceneritori, governiamo con le ‘mani pulite’, siamo critici con il governo Renzi. Ci sono tutte le condizioni per fare un lavoro insieme nel futuro”.
De Magistris alza le braccia in alto, collegato dal suo studio a palazzo San Giacomo, a mostrare plasticamente le mani pulite.
E lancia la sua sfida: “Lo deciderà il popolo chi sarà l’alternativa a Matteo Renzi, fra due anni o forse anche meno…”.
La cosa certa è che subito dopo i ballottaggi il sindaco inizierà a lavorare al suo progetto nazionale, andando in giro per l’Italia a presentare il “modello Napoli”, un po’ come aveva cercato di fare il veronese Flavio Tosi alcuni anni fa.
“Io farò il sindaco per altri 5 anni- rassicura – a noi interessa costruire un movimento politico che si connetta con le grandi città ”, a partire da realtà come Barcellona, il cui sindaco ha mandato un video di sostegno a “Giggino”.
Omaggio a Virginia Raggi: “Io penso che la Roma di Virginia Raggi possa essere un interlocutore interessante, un collegamento importante. Le auguro di diventare sindaco”, sorride De Magistris.
Le reazioni del M5s sono molto fredde. “Non ci interessa questo movimento”, mette a verbale Roberto Fico, uno dei due napoletani nel direttorio grillino. .
“Noi dialoghiamo con tutti, ma il movimento di De Magistris si basa su una sola persona, non c’è una capacità di rete: è tutto tarato sul profilo di una persona”.
Il sindaco arancione alza le spalle, con i grillini il rapporto è di cuginanza. “Non sono certo avversari, visto che condividiamo molti temi come beni pubblici, onestà , democrazia dal basso”, spiega una fonte qualificata dell’entourage di De Magistris. ù
“Ma noi siamo una cosa diversa dal movimento di protesta o antisistema, noi abbiamo dimostrato che siamo in grado di governare una città complessa come Napoli, mentre loro sono affondati in un piccolo Comune come Quarto. Noi abbiamo anche la sesta stella, quella del buon governo”.
Il futuro politico nazionale di de Magistris è ancora nebuloso, ma ci sono alcuni paletti chiari. “Non rifaremo una cosa come Rivoluzione civile di Ingroia con i pezzi dei vecchi partiti”.
Secondo: ”Luigi è di sinistra ma ha dimostrato, e al ballottaggio ci sarà una ulteriore conferma, di saper pescare in un elettorato molto trasversale, fuori dal centrosinistra e anche da chi vota M5s”. Insomma, non sarà facile trovarlo alla guida di Sinistra italiana, il movimento che riunisce Sel e gli ex Pd Fassina e D’Attorre e che si ritrova orfano di Nichi Vendola.
La scommessa è di poter interpretare un ruolo dopo il tramonto del renzismo, che viene considerato a portata di mano.
Un ruolo certamente nel sud, ma non solo. Per il momento la base logistica è l’associazione “DemA”, che significa “Democrazia e autonomia”, ma anche le prime quattro lettere del cognome: 2mila iscritti dichiarati in un anno di vita, una vera e propria fucina della classe dirigente attorno al sindaco di Napoli.
L’idea è quella di dar vita, in embrione, a un “quarto polo”, capace “di sfidare Pd, centrodestra e grillin”.
“A Napoli l’abbiamo fatto e i risultati sono arrivati”. Difficile il salto da una realtà locale- seppur importante- all’arena nazionale. Ma il progetto è quello: “Un movimento di liberazione popolare”.
I motori sono caldissimi, De Magistris aspetta di misurare la sera del 19 giugno la portata della sua (assai probabile) vittoria per calibrare i toni della discesa in campo.
Per lui potrebbero votare anche molti elettori Pd (la minoranza si è già apertamente schierata) e del M5s.
Lo schema del quarto polo appare un po’ fragile per poter essere competitivo. Per questo il sindaco resta prudente sulle reali intenzioni, come ad esempio la possibilità di partecipare a primarie di un novello centrosinistra. “Prima vinciamo il ballottaggio”.
Ma l’uscita odierna a Omnibus dimostra che, dopo il successo del primo turno, la febbre per la politica nazionale sta salendo velocemente.
Alimentata anche da una campagna giocata in gran parte contro Renzi e il suo governo e stravinta.
Lo sfidante Gianni Lettieri prova ad utilizzare le ambizioni nazionali del rivale: “A me non interessano i progetti politici nazionali, io voglio dedicarmi per cinque anni a risolvere i problemi di Napoli…”.
Lo punge anche il governatore Vincenzo De Luca: “Spero che nessuno pensi di poter fare movimenti rivoluzionari sulla pelle dei cittadini…”.
(da “Huffingtonpost”)
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