DELLA VALLE: “NON HO VOTATO PER LA VENDITA DI ITALO, VOLEVO LA GUIDA ITALIANA E L’IPO”
“ANDARE IN BORSA SAREBBE STATA UNA STORIA PERFETTA”
“Ribadisco la mia convinzione che fare l’Ipo e rimanere noi azionisti industriali italiani alla guida della società sarebbe stata la cosa migliore da fare”. Diego Della Valle, socio fondatore di Italo-Ntv con il 17,14% del capitale, esprime il suo dissenso per la decisione di cedere l’azienda ferroviaria al fondo americano Gip.
Il fondatore di Tod’s osserva, in particolare, che “chi ha guidato la decisione di vendere Ntv ha il merito di aver portato in Italia un investitore serio e preparato e ha sicuramente fatto un’ottima operazione finanziaria per gli azionisti, ma ha perso una grande occasione per dare al paese un bellissimo segnale”.
“Per quanto mi riguarda – chiarisce Della Valle – la società Ntv era giusto quotarla e sempre secondo il mio pensiero il nucleo storico di imprenditori italiani sarebbe dovuto rimanere unito alla guida della società per controllarne lo sviluppo futuro, che si prospetta ottimo, e per governare la politica delle alleanze con partner internazionali del settore, indispensabili alla crescita. Questa avventura imprenditoriale aveva all’inizio una forte componente di italianità , con lo scopo di voler far nascere una società che potesse essere, oltre che un’ottima azienda, anche un forte esempio che in Italia, quando gli imprenditori e le istituzioni lavorano insieme con determinazione, si possono fare cose eccellenti”.
Della Valle spiega che lui e le persone che rappresentavano la sua quota azionaria non avevano aderito alla formazione del nuovo Cda perchè “non eravamo d’accordo su alcune delle cose che ci venivano proposte, primo tra queste la non garanzia del mantenimento della guida della società da parte degli azionisti industriali italiani per un lungo periodo; rimanendo quindi fuori dal Consiglio non abbiamo partecipato ad alcuna decisione riguardante l’eventuale Ipo o vendita di Ntv. Quando per le vie ufficiali ci è stato comunicato che tutti gli altri azionisti avevano deciso di vendere – conclude – abbiamo dovuto prenderne atto e di conseguenza vendere anche il nostro pacchetto azionario per evitare di rimanere azionisti di minoranza e non influenti”.
(da “Huffingtonpost”)
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