DI CHI È LA COLPA DEL NAUFRAGIO? QUANDO, NELLA NOTTE TRA SABATO E DOMENICA, IL COORDINAMENTO SAR E POI FRONTEX HANNO AVVISATO L’ITALIA DELLA PRESENZA DEL BARCONE PIENO DI MIGRANTI AL LARGO DELLE COSTE CALABRESI, È STATA LANCIATA UN’OPERAZIONE DI POLIZIA E NON DI SOCCORSO
SONO STATE INVIATE LE VEDETTE DELLA GUARDIA DI FINANZA E NON QUELLE DELLA GUARDIA COSTIERA, PIÙ ADATTE AD AFFRONTARE IL MARE AGITATO DI QUELLA NOTTE. COME MAI?
Il naufragio del barcone al largo delle coste calabresi, che ha causato 67 morti, si poteva evitare? Di sicuro le autorità italiane hanno fatto un pastrocchio: l’allarme è arrivato alla Guardia di Finanza di Crotone, che ha trattato il caso come un’operazione di polizia e non di soccorso.
Per questo, sono partite le motovedette delle Fiamme Gialle e non quelle della Guardia Costiera, che invece sono adatte ad affrontare il mare forza 3-4 e sono uscite dal porto di Reggio Calabria solo a naufragio avvenuto. Le regole di ingaggio prevedono infatti che le operazioni siano condotte dalla Guardia di Finanza, fintanto che l’operazione non sia ufficialmente riconosciuta come “evento SAR” (Search and Rescue).
Frontex ha puntato il dito sull’Italia: l’agenzia europea sostiene infatti che l’allarme era stato lanciato, dopo che un loro aereo, che sorvolava l’area, ha avvistato l’imbarcazione, “pesantemente sovraffollata”, che si dirigeva verso le coste calabresi.
Non solo, 23 ore prima del naufragio, sarebbe arrivato anche un dispaccio del Coordinamento Sar che segnalava la presenza dell’imbarcazione. A chi è arrivata questa comunicazione?
La Guardia costiera ha di fatto ammesso di aver ricevuto la segnalazione di Frontex, ma ha giustificato la mancanza di intervento adducendo il fatto che il barcone stesse “navigando regolarmente” (ricostruzione in parte smentita dalla stessa Frontex).
Le autorità italiane hanno quindi inviato le vedette della Guardia di Finanza per ragioni di law enforcement, cioè di polizia, e non di soccorso. Le navi però sono state costrette a rientrare in porto per le condizioni avverse. Soltanto nelle prime ore di domenica è stata lanciata l’operazione di salvataggio, ma a quel punto era già troppo tardi.
La domanda è: chi ha dato l’ordine? E perché non è stata inviata subito la Guardia costiera?
Sia come sia, l’episodio fa tornare alla mente quel che diceva Giuliano Amato a proposito del profilo ideale da mandare al Viminale. Il ragionamento del “Dottor Sottile”, che stigmatizzava il ricorso eccessivo ai tecnici, era: i prefetti badano solo all’ordine pubblico, ma al ministero degli Interni ci vuole un politico, che sappia distinguere caso per caso e soprattutto valutare l’opportunità delle scelte, indipendentemente dalla mera applicazione della legge.
(da Dagoreport)
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