DI MAIO NON VA AL CONVEGNO DELLA FEDERICO II PER EVITARE LA CONTESTAZIONE
STUDENTI PRONTI, MA IL VICEPREMIER ANNULLA L’APPARIZIONE
Una decina di studenti aderenti a centri sociali tra cui ‘Je so pazzo’, nato tra gli occupanti di un ex Opg erano entrati alle 14.30 nell’aula magna dell’ateneo Federico II di Napoli in corso Umberto dove alle 16.30 avrebbe dovuto tenersi un convegno della Federazione Antiracket alla presenza del vicepremier Luigi Di Maio.
Un gruppo di 70 persone, poi, tra ex Lsu e disoccupati aderenti alla lista 7 Novembre, si accingeva a contestare Di Maio davanti alla sede universitaria.
Il vicepremier, però, e gli organizzatori dell’evento, già alle 13.50, per impegni romani di Di Maio, avevano fatto sapere che l’appuntamento era rinviato a una data ancora da stabilire.
“Troviamo assurdo che la nostra Università sia scenario delle passerelle politiche di un Ministro che parla di lotta alla criminalità organizzata, quando il Decreto Sicurezza del suo stesso governo permette il riacquisto da parte dei privati dei beni confiscati, facendo un vero a proprio ‘regalo’ alle mafie”.
Lo si legge in un documento del Collettivo autorganizzato dell’università Federico II, dove il vicepremier Luigi Di Maio era atteso oggi pomeriggio per un convegno al quale invece ha cancellato la propria partecipazione. Lo staff del ministro fa sapere che l’appuntamento sarà “riprogrammato” quanto prima.
Il Collettivo, assieme a Potere al Popolo e ad altri gruppi di base come quello dell’ex Opg “Je sò pazzo”, aveva organizzato una contestazione nei confronti di Di Maio: “Non permettiamo – affermano – che l’Università diventi un luogo di propaganda di un partito, come il Movimento Cinque Stelle, che in campagna elettorale ha raccolto consensi al Sud promettendo misure sociali per migliorarne le condizioni di vita, ma che è al governo con la Lega (Nord) che per anni ha seminato odio e disprezzo nei confronti del Meridione e che ancora cerca di aumentare il divario tra le varie regioni con l’Autonomia Differenziata. Questo provvedimento, infatti, adeguando le risorse economiche destinate all’istruzione al gettito fiscale regionale, non farà altro che smantellare l’Istruzione pubblica nazionale a svantaggio delle regioni meno ricche. Tutto questo mentre i Cinque Stelle continuano a non rispettare le promesse fatte in campagna elettorale, ad esempio accelerando i lavori di costruzione delle Grandi Opere come TAV e TAP, inutili, dannose e dispendiose, difendendo esclusivamente gli interessi dei ricchi imprenditori”.
(da agenzie)
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