DI MAIO RIAPRE LA MANOVRA, CONTE LA RICHIUDE
IL CAPO POLITICO ANNUNCIA PER LUNEDI’ UNA NUOVA RIUNIONE DEL CDM SULLA LEGGE DI BILANCIO, PER CONTE NON E’ COSI’ PERCHE’ E’ GIA’ STATA APPROVATA… DI MAIO ORMAI SEMBRA UN LOBBYSTA DEI COMMERCIANTI
Lunedì si riunirà nuovamente il Consiglio dei ministri. Secondo Luigi Di Maio per approvare la legge di bilancio, secondo Giuseppe Conte no, perchè la manovra è già approvata.
Ma riavvolgiamo il nastro. Mercoledì sera.
Una fonte di governo spiegava a Huffpost quanto deciso a palazzo Chigi la notte prima: “Abbiamo fatto le sei del mattino proprio per approvare la legge di bilancio e il decreto fiscale. Con la formula salvo intese, i testi non hanno bisogno di un altro Consiglio dei ministri, andranno direttamente in Parlamento appena pronti”.
Giovedì mattina: da Washington, Di Maio parla di una nuova riunione del Cdm, lunedì prossimo, per approvare la manovra. Il perchè della necessità di un nuovo passaggio è da rintracciare nei malumori che stanno agitando i grillini.
L’abbassamento del tetto all’uso del contante, ma non solo. La partita si surriscalda sulle commissioni che gravano sui Pos e sulle multe ai commercianti che rifiutano i pagamenti con la carta. Di Maio riapre la manovra. Ma Conte a stretto giro la richiude: “È stata approvata salvo intese, ci sono aspetti sui quali possiamo ragionare, ma lunedì c’è un Consiglio dei ministri per un decreto sul terremoto”.
Qualche ora dopo le parole di Di Maio, tra gli staff dei ministri inizia a circolare la voce della possibile convocazione di un Consiglio dei ministri proprio lunedì. L’sms che allerta i ministri non è ancora arrivato, ma da più di un dicastero viene confermato che una nuova riunione è “molto probabile”. Lo schema deciso e concordato nella lunga notte che ha accompagnato il via libera al pacchetto bilancio, vacilla. La palla passa a Giuseppe Conte, diventato il terminale della protesta grillina.
Il premier replica nel primo pomeriggio da Bruxelles. La linea è chiara: va bene qualche aggiustamento, ma l’impianto delle norme contestate non può essere stravolto.
Anche perchè il presidente del Consiglio ha fatto propria della lotta all’evasione una delle cifre politiche e di tentativo di discontinuità della prima manovra del governo giallorosso. Una fonte di governo del Pd conferma l’orientamento: “Al massimo ci può essere un passaggio di maggioranza per delle limature al decreto fiscale, ma la manovra è stata approvata”.
Al di là della dinamica su un bis del Consiglio dei ministri, quello che è già esploso è uno strascico pesante sulla manovra.
È la forte contrarietà dei 5 stelle a tre misure che sono l’ossatura di quella strategia anti-evasione e di disincentivo all’utilizzo del contante su cui Conte non voglio indietreggiare. Innanzitutto il tetto del contante, portato subito da 3.000 a 2.000 euro e che scenderà a 1.000 euro nel 2022. Il sottosegretario al Mef in quota 5 stelle Alessio Villarosa l’ha detto chiaramente: “Non ci sono stime che consentano di valutare l’efficacia della riduzione dell’utilizzo del contante”.
Poi c’è la norma che prevede una multa per gli esercenti che rifiutano di accettare i pagamenti con il bancomat o la carta di credito. Nel decreto fiscale uscito dal Cdm notturno c’è scritto che la multa è pari a 30 euro, maggiorata del 4% del valore della transazione rifiutata. Una stangata punitiva per i 5 stelle, che dietro di loro hanno il mondo produttivo dei piccoli imprenditori, commercianti e artigiani. Anche perchè la norma che prevede l’abbassamento sostanziale delle commissioni sui pagamenti con i
Pos ancora deve essere scritta. Anche per questo i grillini spingono per un passaggio in Cdm dove leggere prima i testi definitivi, evitando così eventuali spiazzamenti una volta che questi stessi testi arriveranno al Parlamento.
Il timore dei grillini è che le norme per la riduzione e, sotto una certa soglia, dell’azzeramento delle commissioni, possa avere una gestazione lunghissima. Bisogna avere il via libera dell’Abi e delle banche: è un processo, anche tecnico, che richiede tempo. Intanto, invece, parte subito sia l’abbassamento del tetto all’uso del contante che le multe per chi non accetta i pagamenti con il Pos. E parte anche la rabbia dei grillini.
(da “Huffingtonpost”)
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