DIETRO LA DECISIONE DELLA REGGIA DI CASERTA DI ANNULLARE IL CONCERTO DI VALERY GERGIEV, IL DIRETTORE D’ORCHESTRA VICINO A PUTIN, C’E’ STATO UN GIOCO DI SPONDA TRA LA VICEPRESIDENTE DEM DEL PARLAMENTO EUROPEO PINA PICIERNO E IL MINISTRO DELLA CULTURA ALESSANDRO GIULI
IL GRIMALDELLO E’ STATO IL REGOLAMENTO ETICO, CHE RENDE INCOMPATIBILI INIZIATIVE O OSPITALITÀ NEL MONUMENTO DI SOGGETTI CHE VIOLANO L’AGENDA 2030 DELL’ONU (CHE CONDANNA TUTTE LE FORME DI VIOLENZA)
Un gioco di sponda tra Pina Picierno e Alessandro Giuli, tra la vicepresidente dem del Parlamento europeo e il ministro della Cultura, c’è stato eccome nelle due settimane del caso Gergev.
Ufficialmente la decisione di annullare il concerto del maestro moscovita è stata presa da Tiziana Maffei, che dirige la Reggia di Caserta. Un comunicato scarno, senza le motivazioni. Paura delle proteste (annunciate) degli attivisti ucraini? La Questura di Caserta stava monitorando la situazione e si stava preparando a gestire la piazza.
Nulla di nuovo.
A quanto pare, dunque, il grimaldello utilizzato potrebbe essere stato un altro: il regolamento etico della Reggia vanvitelliana. È da lì che bisogna partire per ricostruire la vicenda e scoprire i protagonisti. In fondo basta mettere in fila le dichiarazioni pubbliche per comprendere che l’intervento di Giuli ha cambiato il finale di un evento, per certi versi, storico: il ritorno di Valery Gergiev su un podio europeo.
È il 15 luglio quando l’europarlamentare dem chiede l’intervento del governo italiano: «Il concerto va annullato perché viola il regolamento etico della Reggia di Caserta che tra le sue linee guida rende incompatibili iniziative o ospitalità di soggetti che violano l’agenda 2030 dell’Onu che tra gli altri, al punto 16 condanna tutte le forme di violenza, di tortura, di traffico di armi e denaro e chiede a tutti l’accesso ad una giustizia equa. Valori che evidentemente sono distanti anni luce da Gergiev e dal regime di cui è sponsor, testimonial e complice». Inoltre è un sito Unesco.
La risposta di Giuli non si fa attendere: «L’arte è libera e non può essere censurata. La propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa. Per questo motivo il concerto dell’amico e consigliere di Putin, Valery Gergiev, voluto, promosso
pagato dalla Regione Campania e che si terrà nella Reggia di Caserta, autonoma nella scelta di quali eventi ospitare, come tutti gli istituti autonomi del ministero della Cultura, rischia di far passare un messaggio sbagliato».
Tra i due c’è uno scambio pubblico, ma anche privato.
Terminato ieri, con due note a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. «In queste settimane, da quando ho sollevato il caso all’opinione pubblica — spiega Picierno — si sono moltiplicate le azioni di sostegno e di partecipazione. Associazioni, premi Nobel, intellettuali, cittadini da ogni parte d’Italia uniti da un sentimento profondo di libertà, di prossimità al popolo e al governo ucraino, di contrasto all’aggressione dell’autarca del Cremlino e dei suoi megafoni, anche quando distortamente confusi con le espressioni della musica e dell’arte. Che devono restare libere e non strumento di propaganda. La lotta non finisce certo oggi». Domenica prossima la Reggia di Caserta non ospiterà il concerto. Ma la vicepresidente Ue annuncia comunque una manifestazione.
(da agenzie)
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