DIETROFRONT DI GRILLUSCONI: “MAI COL CENTROSINISTRAâ€, MA AL SENATO IL GRUPPO SI SPACCA
IL DUO GRILLO-CASALEGGIO DEVE TENERE CONGELATI I VOTI PER ASSOLVERE AL RUOLO DI RUOTA DI SCORTA DEL CAVALIERE, MA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI CINQUESTELLE NON LA PENSA COSI’
Tra le spiagge dorate della Costa Smeralda e le caselle di posta elettronica dei parlamentari grillini si alimenta il dilemma dei cinquestelle.
Il dubbio, lacerante, è se trattare con il Pd per abbattere il Porcellum e le larghe intese o escludere invece ogni spiraglio di confronto.
Dalla Sardegna Beppe Grillo boccia l’alleanza con i democratici. A Roma, invece, un vorticoso scambio di mail nella chat interna mostra un gruppo del Senato diviso sull’ipotesi di un governo di cambiamento.
Il rischio è che già a settembre, in caso di crisi dell’esecutivo, i cinquestelle tornino a spaccarsi.
Tocca al leader in persona — pare su suggerimento di Giaroberto Casaleggio — chiudere la porta ai democratici: «Pdl e pdmenoelle pari sono. Non c’è alcuna possibilità per me di allearmi nè con uno, nè con l’altro — scrive sul blog — nè di votargli la fiducia».
È in vacanza, ma Grillo non cambia schema.
Non ha gradito il racconto dei “sondaggi” sotto l’ombrellone, nè il resoconto di una chiacchierata con l’ex sindaco di Arzachena: «Qualche pennivendolo si aggira nei bar della Sardegna, in alcuni dove non sono neppure mai stato, per attribuirmi aperture al pdmenoelle. Siamo arrivati al giornalismo da bar — attacca — Le pressioni per un’alleanza del M5S con il pdmenoelle con articoli inventati di sana pianta durano dal giorno dopo le elezioni politiche. Vi prego di smetterla. Mai con il pdl, mai con il pdmenoelle».
Eppure nella Capitale si respira un’aria diversa.
Lo dimostra la mail inviata dal senatore Roberto Cotti ai colleghi del Movimento. Sollecita un confronto interno, auspica un governo di cambiamento. E al telefono conferma l’iniziativa: «Ho letto che la senatrice Bencini invitava a una riflessione. E ho deciso di dire la mia». La proposta, inviata due giorni fa ai parlamentari pentastellati, invita Pd e Scelta Civica a mettere fine alle larghe intese con il Pdl.
Cotti immagina un «nuovo governo di rottura col passato» e chiede ai democratici di sostenerlo «senza doverlo per forza guidare, nè controllare».
Il senatore prova anche a immaginare la compagine: «Esponenti della società civile» con «un premier nuovo, fuori dai partiti ».
L’obiettivo, sostiene, è di cambiare legge elettorale e riformare la politica.
In poche ore la chat interna dei senatori diventa rovente.
E la linea degli ortodossi non tarda a manifestarsi. Tocca a Nicola Morra stoppare l’iniziativa.
Non è necessaria alcuna riunione, avverte il capogruppo, che invita tutti a evitare sortite improvvide e a lasciare che Pd e Pdl si logorino nel dibattito sull’opportunità delle larghe intese.
Il “lodo Cotti”, però, non dispiace a diversi senatori. Non solo Bencini e Francesco Campanella, ma anche alcuni dei parlamentari che in passato hanno chiesto di scongelare i voti del movimento.
Il rischio che il cerino resti in mano ai grillini esiste.
E preoccupa Grillo, come conferma l’ex sindaco di Arzachena Tino Demuro, che sabato sera ha a lungo discusso con il Capo del M5S: «È normale che ora Beppe smentisca. Lui non intende firmare cambiali in bianco. Ma se il governo cade, cambia tutto».
Il Fondatore, intanto, si culla nel relax della Costa Smeralda.
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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