“DOMANI” SOLLEVA DUBBI SUI 340 MILA EURO CHE “CONDOTTE 1880” DELL’IMPRENDITORE VALTER MAINETTI HA BONIFICATO AD APRILE ALLA SOCIETÀ DI BROKERAGGIO “EUROPEAN BROKERS”, DOVE HA LAVORATO FINO A LUGLIO PIETRO URSO, FIGLIO DEL MINISTRO DEL MADE IN ITALY
“IL PAGAMENTO, SI LEGGE IN ALCUNE MAIL E CHAT, SAREBBE AVVENUTO SU ‘PRETESA’ DELL’AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DI CONDOTTE, CHE ERA STATA NOMINATA CON DECRETO DALLO STESSO URSO… COME HA FATTO EUROPEAN BROKERS, LA SOCIETÀ DOVE HA LAVORATO PIETRO URSO, A ENTRARE NELL’AFFARE? CHI L’HA PROPOSTA? ERA DAVVERO NECESSARIA LA SUA INTERMEDIAZIONE?”…LA VERSIONE DEL MINISTRO URSO: “MIO FIGLIO AVEVA SOLO UN CONTRATTO DA IMPIEGATO AMMINISTRATIVO”
Colossi del cemento, società di stato e compagnie di brokeraggio. Sullo sfondo commesse
milionarie e conflitti di interessi. Questa è una storia che inizia nel 2018 e culmina nel 2025, con due ordini di bonifico.
Sette lunghi anni di una vicenda piena di ombre e stranezze che direttamente e indirettamente coinvolge il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme a suo figlio Pietro, che fino a luglio ha lavorato per una srl, European Brokers, che tre mesi prima ha incassato 340mila euro da Condotte d’Acqua 1880.
Un’azienda acquisita e rilanciata dall’imprenditore Valter Mainetti dopo il fallimento del colosso a cui si devono opere come la Nuvola di Fuksas e il Mose di Venezia. L’operazione, si legge in alcune mail e chat visionate da Domani, sarebbe avvenuta su «pretesa» dell’amministrazione straordinaria di Condotte. Amministrazione straordinaria, ricordiamolo, nominata con decreto dallo stesso Urso.
Riavvolgiamo il nastro al tempo in cui Condotte d’Acqua è andata in crisi. Nel 2018 l’azienda è stata posta sotto amministrazione: la terna commissariale di allora (Giovanni Bruno, Matteo Ugetti e Gianluca Piredda) ha lavorato per salvare il salvabile della società che aveva fatto sì la storia delle infrastrutture in Italia, ma che era finita in profondo rosso, tanto che i vecchi proprietari rischiano un rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta.
Tra le azioni messe a punto dai vecchi commissari anche alcune transazioni finalizzate a salvaguardare un’importante commessa. Riguardante l’appalto dell’Alta velocità algerina, che Condotte ha vinto anni fa.
È proprio questo il progetto al centro della nostra storia. Le prime criticità tra ministero e commissari arrivano nel 2023, l’anno in cui si procede alla cessione dei vari rami aziendali, alcuni dei quali finiscono a Mainetti. È lui, due anni fa, ad acquisire la gran parte Condotte e a rilanciarla col nome di Condotte d’Acqua 1880.
Nel perimetro c’è anche la citata commessa algerina che ha un valore da centinaia di milioni di euro. Mainetti però ha presto, secondo quanto appreso da Domani, ad avere dei problemi di pagamenti con la stazione appaltante (algerina) del progetto sull’alta velocità.
Per sciogliere il nodo arriva in aiuto l’amministrazione straordinaria. Quest’ultima, con lo scopo dichiarato di consentire la continuità del cantiere in Africa, si sostituiscono di fatto a Condotte e ottengono il pagamento di alcune tranche per mandare avanti i lavori.
Nel 2024 – come raccontato già da questo giornale – i tre commissari vengono improvvisamente revocati dal ministro Urso, che perde fiducia nella gestione della terna. Che, come è noto, adisce alle vie legali e denuncia con un esposto il Mimit, allegando anche audio del capo di gabinetto di Urso, Federico Eichberg: i pm indagano da qualche mese sulla vicenda.
Intanto per Condotte arriva una nuova terna commissariale. Tra loro c’è pure un ex socio d’affari del ministro, il professionista Francesco Paolo Bello. I nuovi commissari con Mainetti hanno un approccio meno “dialogante”: decidono infatti di trattenere importi e interessi – per circa 20 milioni di euro liquidati dagli algerini – teoricamente spettanti a Condotte 1880.
Secondo alcuni documenti letti da Domani, però, i commissari lasciano una via d’uscita all’imprenditore che edita Il Foglio: per vedersi sbloccata la somma da parte dell’amministrazione, lui dovrà depositare una fideiussione di garanzia. È quello che avviene: Condotte 1880 paga sia 240mila euro a Sace spa, la società controllata dal Tesoro. E altri 340mila euro a un’azienda di brokeraggio, la European Brokers srl, per una polizza (numero 57480027) del 26 marzo 2025.
Per l’intermediazione European ottiene ad aprile da Mainetti un primo bonifico, da 260mila euro e un secondo, sempre a fine mese, di importo pari a 80mila euro.
Ma a cosa è servito il pagamento ad European Brokers? Non bastava pagare Sace? Lo abbiamo chiesto a Mainetti che ha detto di «non sapere di chi si tratta: l’operazione non è stata seguita direttamente da me».
Quello che è certo è che nella srl ha lavorato fino a tre mesi fa il figlio del numero uno di Palazzo Piacentini: Pietro Urso. Classe 1981, Urso jr oggi è socio unico e presidente del cda della Iws Italy World Services, società di consulenza e lobbing che fornisce supporto nel settore assicurativo.
Prima, lavorava proprio per la European Brokers, che fa capo a Carlo De Simone, il manager nominato dalla destra genovese e dall’ex sindaco Marco Bucci subcommissario per la ricostruzione di Genova. Una nomina che creò polemiche politiche, visto che De Simone era stato da poco rinviato a giudizio per turbativa d’asta a Trento nella vicenda della costruzione di un ospedale.
De Simone, oltre a essere stato datore di lavoro di Urso jr, ha rapporti anche col ministro: a guardare il suo Instagram, si è spesso trovato a partecipare a incontri ufficiali e ristretti al ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza di Urso in persona. Professionista rampante, dal curriculum folto, è in ascesa da tempo: solo nel 2022 la sua European Brokers ha fatturato oltre 5 milioni di euro, con un utile di quasi 390mila euro. Nel 2025, poi, sono arrivati i bonifici di Mainetti per l’operazione “Algeria”.
In una delle mail lette da Domani che descrive l’operazione, Condotte 1880 scrive: «L’amministrazione straordinaria non ha fatto nessun passo avanti sulla trattativa delle riserve e degli interessi spettanti alla società. Condotte 1880 avrebbe dovuto ricevere velocemente dall’Algeria 60 milioni di riserve e 20 milioni di interessi. Invece l’amministrazione straordinaria ha preteso una garanzia Sace pari a 580mila euro».
Nella somma è compresa anche la cifra bonificata alla srl di De Simone. Ma come ha fatto European Brokers, la società dove ha lavorato Pietro Urso, a entrare nell’affare? Chi l’ha proposta? Era davvero necessaria la sua intermediazione?
Se Mainetti ha detto a questo giornale di «non saperne niente» della srl, De Simone al contrario ha detto che «European Brokers, tramite un intermediario segnalatore, ha avuto rapporti con Mainetti sin dal 2018». Il ceo ha tenuto anche a specificare che la sua azienda è entrata in contatto con Mainetti «ben prima che Pietro Urso avesse rapporti con la società».
Aggiungendo che «Pietro Urso ha lavorato per un periodo di tempo nella società non occupandosi di attività commerciali o assicurative». Anche il ministro Urso ha risposto a Domani e ha affermato di non avere «alcuna conoscenza della vicenda perché attiene ai rapporti tra Condotte 1880 e Sace» e che suo figlio «da European Brokers aveva un contratto da impiegato amministrativo e non di natura commerciale o assicurativo».
Sarà, ma la vicenda dei bonifici fatti da Mainetti ha certamente un profilo di evidente conflitto di interessi. Come già accaduto per l’assunzione da parte di Urso di Mario Melillo a capo della segreteria. Non tanto perché era procuratore di Sace, ma perché azionista di Pietro Urso nella Next World Agency, società ora in liquidazione.
(da “Domani”)
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