DOPO QUANTO TEMPO FARE LA TERZA DOSE DI VACCINO E QUANTO DURA LA SUA EFFICACIA
SEI MESI PER PRENOTARE LA TERZA DOSE CHE AVRA’ UN’EFFICACIA DI 5 ANNI, SECONDO GLI ESPERTI
L’Italia si prepara ad affrontare la quarta ondata della pandemia di Covid-19 accelerando con la somministrazione della terza dose di vaccino.
La conferma è arrivata anche dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha sottolineato nei giorni scorsi come sia fondamentale che coloro che fanno parte delle categorie individuate dal governo ricevano la dose di richiamo a sei mesi dalla seconda.
Dopo fragili, immunodepressi, ospiti delle Rsa, personale sanitario e over 60, dall’1 dicembre toccherà ai cittadini di età compresa tra i 40 e i 60 ricevere il booster e per i quali alcune Regioni hanno già aperto le prenotazioni. Si ricorda che la dose booster viene effettuata esclusivamente con un vaccino a mRna, dunque Pfizer o Moderna. Di quest’ultimo, è previsto un dosaggio dimezzato. Quindi chi ha fatto il primo ciclo con AstraZeneca o Johnson&Johnson deve cambiare vaccino.
La somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid si è resa necessaria dopo la raccolta dei primi dati sulla durata della protezione anticorpale data dagli stessi vaccini. Secondo gli studi effettuati, per tutti i vaccini approvati la protezione si indebolisce a partire dal sesto mese dal completamento del ciclo vaccinale, in media. Questo calo riguarda soprattutto la capacità di protezione dai contagi: il vaccino protegge infatti da ricoveri e decessi, ma diminuisce la sua efficacia contro l’infezione a partire dal sesto mese dopo la seconda dose. La terza dose riporta la protezione a livelli ottimali anche riguardo alle possibilità di contagio. La cosiddetta dose booster, intesa come richiamo dopo un ciclo vaccinale primario, può essere somministrata, dunque, a partire da sei mesi dopo la somministrazione della seconda dose.
Un’altra buona notizia legata alla terza dose di vaccino anti Covid riguarda la durata della protezione anticorpale. “La durata degli anticorpi con la terza dose potrebbe essere di anni – ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it -. Sicuramente dovremo verificarlo col tempo ma in uno schema tipico di altre vaccinazioni con tre dosi, come nel caso dell’epatite che consta di due dosi più una di richiamo, le prime due danno un imprinting e il booster dà l’effetto definitivo con una maggiore risposta a livello cellulare. Confidiamo nel fatto che i presupposti scientifici e di meccanismo dovrebbero dare questo tipo di protezione. È chiaro che il Coronavirus funziona in maniera un po’ diversa perché rispetto ad altre infezioni vediamo che anche i guariti cominciano a reinfettarsi, ma questo lo avevamo visto anche nei Coronavirus “normali”, quelli simil-influenzali, e questo ci lascia ancora un po’ dubbiosi rispetto alla durata. Si può comunque confermare che ciò che erano gli obiettivi della vaccinazione, e cioè di ridurre gli effetti pesanti dell’infezione, vengono mantenuti”. Prima di lui anche Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts, ha affermato: “Nel mondo della vaccinologia la terza dose distanziata dalle prime due, per persone che non hanno mai visto un certo microrganismo, è la normalità. Il nostro sistema immunitario come in questo caso può aver bisogno di questa stimolazione per innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni”.
(da Fanpage)
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