DOPO TANTI DISCORSI “MAI CON I SOVRANISTI” LA “BUONA DESTRA” DI FILIPPO ROSSI A TORINO SOSTIENE IL CANDIDATO SINDACO DEL CENTRODESTRA VOLUTO DA SALVINI
MA CHE “SCELTA TERRITORIALE”, IL CANDIDATO E’ ESPRESSIONE DEI SOVRANISTI E CHI SI ALLEA CON LORO E’ COMPLICE… ESSERE “LIBERALI” NON SI CONCILIA CON ANTIEUROPEISMO E RAZZISMO, NO VAX E ODIATORI
Chi ci segue da tempo sa che abbiamo sempre cercato di dare spazio a tutti i movimenti innovatori che a destra si sono ribellati prima al “centrodestra affaristico” di Berlusconi e al secessionismo bossiano, poi al sovranismo razzista dei loro eredi.
Lo abbiamo fatto anche quando ne abbiamo condiviso solo in parte motivazioni, programmi e ideali, ponendo in luce comunque gli aspetti positivi.
Tra gli altri e da ultimo anche la neonata Buona Destra dell’amico Filippo Rossi.
Purtroppo quando si passa dalle enunciazioni di principio alla forma “partito” si devono operare delle scelte e non sempre ci si azzecca.
Al di là dell’apporto quantitativo che Buona Destra potrà garantire ai candidati, contano le scelte e su quelle si è giudicati, nel bene e nel male.
Ieri ho letto “le sei ragioni” per cui (secondo Filippo Rossi) un elettore di destra dovrebbe a Roma votare Calenda e mi sono turato il naso.
Perchè non ne trovo una valida per votarlo, ma ci sta che un elettore liberista voti Calenda, espressione di quegli interessi da sempre (dai tempi del governo Renzi, per capirci)
La mia formazione di “destra sociale” (quella vera, non la patacca meloniana) non mi porta a simpatizzare per candidati di Confindustria.
Una terza via si costruisce in modo diverso, non salendo sul carro di chi può garantire una poltroncina, ma ragionando in tempi lunghi e presentandosi da soli, proprio per rimarcare le differenze (ove esistano).
Appoggiare un candidato che ha ricevuto il sostegno di Renzi sinceramente mi fa rivoltare lo stomaco.
Ma , dicevo, passi Calenda, da osservatore esterno quale mi ritengo.
Oggi invece leggo che Buona Destra a Torino ha deciso di sostenere Damilano, candidato sindaco scelto dai sovranisti e sponsorizzato (tanto per cambiare) da Confindustria.
E qui siamo alla palese contraddizione con tutti i mesi in cui abbiamo letto sulla bacheca dell’amico Filippo “mai con i sovranisti”.
Ecco il comunicato di Buona Destra torinese, un patetico arrampicarsi sugli specchi:
“Chi ritiene di riconoscersi nei valori liberali, democratici, europeisti deve compiere quel passo in avanti deciso per riunire un’area che frammentata non rappresenta alcun peso. Per questo abbiamo deciso di fare una scelta territoriale partecipando alla creazione di una lista lib-dem a supporto della candidatura a Sindaco della Città di Torino di Paolo Damilano, per dare forza e rappresentanza all’area liberale.
Una strada che abbiamo intrapreso per scongiurare il rischio di lasciare la Città in mano al populismo che l’ha devastata negli ultimi 5 anni ed a cui il centrosinistra si sta rivolgendo, evitando al contempo di lasciare completa mano libera al sovranismo più puro. Le divisioni demagogiche e basate su stereotipi ideologici non hanno portato a nulla, per questo è arrivato il momento di cambiare rotta e provare ad incidere”
Ovvero un “liberale europeista” dovrebbe appoggiare una coalizione illiberale, sovranista, xenofoba e antieuropea.
Sono piovute critiche a raffica su questa scelta da parte di chi aveva aderito a Buona Destra, illudendosi che non si alleasse con la “cattiva destra”, evidenziando il “suicidio politico” dei vertici del neo-partito.
“Scelta territoriale” è un termine politichese che abbiamo sentito già 40 anni fa quando si voleva giustificare il poltronismo. Di “nuovo” non c’e’ nulla. Sono scelte che fanno guadagnare dieci consensi localmente e ne fanno perdere mille in tutta Italia.
Perchè in politica conta la coerenza, oltre che le idee.
E quando di idee proprie se ne hanno poche, salvare almeno la prima sarebbe il minimo sindacale (in questo caso confindustriale).
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