DOVE SONO FINITI I SOLDI DELLA TANGENTOPOLI AL PESTO? C’ENTRANO QUALCOSA TUTTE QUELLE GITARELLE A MONTECARLO, PAESE DAL SISTEMA BANCARIO OPACO?
LEGA SALVA-TOTI: L’INCHIESTA DANNEGGIA LE CORONARIE DI SALVINI CHE VOLEVA IL FEDELISSIMO RIXI SUL TRONO DI PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA E GETTA OMBRE SUL DOPPIO PROGETTO DIGA DI GENOVA-PONTE SULLO STRETTO
L’aspetto, per ora, rimasto in ombra sulla Tangentopoli al
pesto legata al porto di Genova, è: che fine hanno fatto i soldi che avrebbero oliato il Sistema-Toti?
Per gli addetti ai livori, i 22 soggiorni a Montecarlo di Paolo Emilio Signorini, pagati da Aldo Spinelli, potrebbero essere solo la punta dell’iceberg e non solo un trastullo di “fiche e fiches”.
Il Principato, infatti, è uno di quei Paesi con un sistema bancario e finanziario dove la parola d’ordine è: “discrezione” (che è vicina di casa dell’opacità).
È molto difficile per la magistratura, se non impossibile, ottenere una rogatoria dall’Italia per avere, ad esempio, informazioni su un conto corrente monegasco (solo la Francia, agitando le manette, riesce a esercitare una certa influenza sui vicini).
C’è da chiedersi se i dipendenti delle banche del Principato siano così solerti da respingere un cliente che si presenta allo sportello con una valigetta con un milione di euro in contanti: avvertirebbero le autorità o lo accoglierebbero a braccia aperte? La seconda ipotesi è quella giusta. Quel che si sa, invece, è che gran parte delle intercettazioni, pur diffuse generosamente ai giornali, sono ancora nel cassetto dei pm…
Come mai una delle prime dichiarazioni politiche di sostegno al governatore, Giovanni Toti, ex Forza Italia ora traghettato a Noi Moderati, è arrivata dal segretario leghista Matteo Salvini?
Innanzitutto perché il Carroccio ha sempre considerato la Liguria “roba sua”: l’uomo più fidato del “Capitone” è il viceministro genovese Edoardo Rixi, che è anche plenipotenziario della Lega in Regione.
È stato Rixi, infatti, a spingere affinché Paolo Emilio Signorini (uomo di raccordo tra Toti e il sindaco di Genova, Marco Bucci) restasse alla guida del porto invece di traslocare alla multiutility Iren.
L’accordo politico tra Salvini e Toti era talmente solido da spingere a un’intesa di massima per il futuro della Regione: se non fosse stato concesso, come avvenuto, il terzo mandato ai governatori, sarebbe stato Rixi il candidato Lega-Toti per la presidenza.
Inoltre, il gruppo di potere locale costruito in dieci anni da Toti era composto principalmente da uomini vicini alla Lega: l’inchiesta a orologeria che, a pochi mesi dalle Europee lo ha detronizzato, è un siluro più al Carroccio che a Forza Italia, di cui è Toti è stato coordinatore fino al 2019 (il fu partito del Cav ha come suo referente il sindaco di Genova, Marco Bucci).
Salvini si agita anche in quanto ministro delle infrastrutture: il “modello Genova”, in particolare il progetto sulla maxi diga finanziato dai fondi Pnrr (1,3 miliardi), è nel mirino dei magistrati europei, e potrebbe essere applicato anche all’appalto per il ponte sullo Stretto, opera su cui il “Capitone” ha puntato tutte le sue carte.
(da Dagoreport)
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