DRAGHI SUI GIOVANI: “HANNO RAGIONE AD ARRABBIARSI. GLI SCONTRI AL CORTEO? UN GRAN PECCATOâ€
IL GOVERNATORE DI BANKITALIA: “OCCORRE ASCOLTARE L’APPELLO DEGLI INDIGNATI, CAPISCO I TIMORI DELLE NUOVE GENERAZIONI”
«I giovani hanno ragione a essere indignati» ma «a patto che la protesta non degeneri», ed è un «gran peccato» che ci siano stati degli scontri alla manifestazione di Roma.
Anche il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, bersaglio di feroci critiche e satire da parte degli ‘indignatì nei giorni scorsi definitisi ‘Draghi ribellì, si unisce alla lista di chi, nel mondo della finanza e dell’economia, comprende le ragioni dei giovani la cui protesta contro la crisi si estende in tutto il mondo.
Persone come Warren Buffet, l’ad di Citigroup Vikram Pandit o il numero uno di Blackrock Laurence D. Fink.
«Se la prendono con la finanza come capro espiatorio, li capisco, hanno aspettato tanto: noi all’età loro non l’abbiamo fatto», spiega Draghi a margine del G20 finanza.
Il governatore, che come presidente dell’Fsb ha messo a punto in questi anni una riforma delle regole della finanza per limitarne gli eccessi e le storture, fortemente avversata da vasti settori del credito e da alcuni Stati, rileva: «noi adulti siamo arrabbiati contro la crisi, figuriamoci loro che hanno venti o trent’anni».
Parole di comprensione dunque peraltro già espresse in un’altra forma da Draghi in diverse occasioni, quando sottolineava come «senza i giovani non c’è crescita», spronando a varare riforme e misure per permettere loro di fornire il proprio potenziale di talento e di creatività al Paese.
Uno spreco di risorse che mette a rischio la crescita del Paese.
Ancora qualche giorno fa, lo scorso 12 ottobre, quando Draghi aprì un evento dedicato all’economia nei 150 anni dell’unità d’Italia alla presenza del presidente Giorgio Napolitano, il governatore ha ricordato questo aspetto mentre fuori, tenuti ben lontani dalle forze dell’ordine, gli indignati manifestavano indossando anche maschere con il suo volto.
Verso Draghi e la Bce il movimento ha espresso infatti forti critiche sulle ricette lacrime e sangue contenute nella lettera indirizzata al governo italiano e ad altri Stati europei.
Cortei e proteste nelle ultime settimane hanno preso di mira le sedi della Banca d’Italia in diverse città italiane culminate nella manifestazione a Via Nazionale, dove è stato organizzato anche un presidio fisso.
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