DUE ORE IN CODA PER PREGARE SULLA TOMBA IL CULTO È GIÀ INIZIATO: 70.000 PERSONE A SANTA MARIA MAGGIORE PER IL PAPA DEI POVERI
NESSUNO PREVEDEVA UN AFFLUSSO DEL GENERE, IN MATTINATA L’APPELLO DI SCORRERE E POI USCIRE, PRIMA CHE SI CREI UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
Qui nasce il culto, e il mito, di questo papa che si chiama Francesco. Quando una donna chiede all’addetto se può appoggiare un fazzoletto sulla lapide, “solo un attimo”, giusto per trasformarlo in reliquia. Ma non è possibile, e neanche lasciare fiori, un’altra riporterà a casa un fascio di gigli profumati. E tutti ne parlano al presente, come se il papa non fosse morto ma lì in piedi, ad aspettare i suoi molti amici, in questa navata sinistra di Santa Maria Maggiore.
Bisogna però accontentarsi della tomba, e mai tomba è stata più francescana e desiderata, con quella rosa bianca appoggiata, in uno spazio più piccolo di una cabina armadio. Per vederla, ieri si sono accalcati in 70mila, e già alle 7, quando si sono aperti i varchi dei 2 metal detector, erano centinaia. E il cardinale Rolandas Makrickas, che è rettore della basilica, tutto contento per quella gente in attesa, a cui ha dato il benvenuto (ha anche spostato alcune transenne).
Qualche ora dopo si è capito che l’afflusso stava diventando un problema di ordine pubblico, se alle 10 dall’altare è stato fatto questo annuncio: «Siamo troppi, e la basilica è piccola. Bisogna rispettare le norme di sicurezza, quindi vi chiediamo di accomodarvi verso l’uscita, anche perché ci sono migliaia di persone in attesa, fuori». Quindi «per favore uscite».
Non è servito a niente, anche perché molti dicevano «voglio restare qui, vicino a Francesco», accomodandosi sulle basi delle colonne, ai piedi degli altari, ovunque ci fosse uno spazio. Perciò ogni tanto gli ingressi sono stati fermati, e si è andati avanti a singhiozzo, mentre tra i volontari in giacca e cravatta che prestano servizio in basilica, iniziava un qualche nervosismo.
Insomma, per vedere la tomba ci sono volute due ore di attesa, in una coda massiccia che partiva da piazza dell’Esquilino, e come negli aeroporti, ripiegava più volte per poi sfociare sulla via Liberiana, e raggiungere infine i controlli. E chi se lo aspettava? Non se lo aspettavano. Beatrice, caposquadra dei Leoni, Agesci, Parma 10: «Volevamo vedere la tomba. È stato molto emozionante». Bianca, caposquadra delle Volpi: «Ci ha dato un senso di tranquillità. È la casa di Francesco».
Alle 14, il conteggio era già di 30mila ingressi. Orario di chiusura slittato dalle 19 alle 22. Il sindaco Gualtieri farà un vertice in prefettura, per capire come gestire «un afflusso significativo nelle prossime settimane ma anche nei prossimi mesi». La basilica «diventerà seconda solo a San Pietro», diceva nell’omelia un cardinale dei tanti che si sono alternati all’altare. Cambierà la geografia sacra di Roma, tutti vorranno vedere la tomba, in una visita che dura forse tre secondi, il tempo di scattare una foto.
Gabriele Oliveri, caposquadra degli scout Lentini 2, sorpreso mentre ordina ai suoi di mettersi la camicia («rispetto e decoro, ragazzi») prima di entrare: «Papa Francesco non si smentisce: sta rivoluzionando questa zona di Roma, decentrando l’attenzione da San Pietro verso questo quartiere» popolare e multietnico, e così vicino a Termini, con tutto il rimescolamento di genti che ci passa.
E il gruppo di pellegrini di Périgueux? 230 persone dalla Dordogna, molte anziane e un po’ spaventate. Gaëlle: «È un regalo essere qui, e poter stare un po’ vicini al papa». Intanto arriva il cardinale Dolan, benedicente chiunque gli si pari innanzi, assieme a 200 fedeli di New York, entrati dall’ingresso laterale e quindi saltando la coda. Nelle pause tra una funzione e l’altra, una voce intima “shhhhhh, silenzio”, inutilmente (il tono è quello di Alberto Sordi nella Grande Guerra, “bboni, state ‘bboni”).
Un bel traffico, a cui nel pomeriggio si è provato a rimediare: si entra a 50 per volta, e camminare veloci. Fuori, una batteria di bagni chimici, lungo la via Liboriana. Poi sono arrivati 110 cardinali, cioè quasi tutti, a bordo di due pullman. Anche loro hanno saltato la coda, ma era previsto il loro omaggio alla tomba, oltre che la recita dei Vespri. Più gendarmi dal Vaticano, carabinieri, volontari bresciani della Croce Rossa a distribuire acqua, e altre forze dirottate
su Santa Maria Maggiore, ormai troppo piccola per il culto di Francesco (e nessuno si fila più la Sacra Culla, reliquia della mangiatoia di Gesù Bambino, tra l’altro).
(da La Repubblica)
Leave a Reply