EDITORIALE
MENO SPARATE, MENO PROMESSE, MENO BERCI E FUCILATE: SIAMO TORNATI ALL’AVANSPETTACOLO, MA…BAMBOLE NON C’E’ UNA LIRA.
Nel filone del cinema italiano del dopoguerra, nonchè nelle locandine dei teatri della provincia della penisola, l’avanspettacolo andava per la maggiore: in quei consunti palcoscenici hanno fatto “gavetta” i migliori comici italiani di allora, da Alberto Sordi a Macario, da Renato Rascel a Ugo Tognazzi, da Raimondo Vianello a Walter Chiari.
C’era anche piccole “compagnie di giro” che sbarcavano a malapena il lunario, tra ballerine e attori di scarso livello in cerca di fama, ma ben più realisticamente alle prese con la “fame” vera. L’impresario di queste compagnie, quando era il momento della “paghetta”, dopo aver fatto tre volte i conteggi, prendendo tristemente atto che gli incassi non superavano le spese vive, usava dire alle ballerine: ” Bambole non c’e’ una lira”…
E’ una immagine che si addice alla fase che attraversa l’Italia, alla vigilia del voto di domenica prossima. La crisi monetaria internazionale impazza, è vero, ma non si può dire che non ci abbiamo messo del nostro nel “farci del male”.Siamo il Paese che finisce sulle Tv di tutto il mondo per essere sommersi di spazzatura in Campania, in Giappone il responsabile si sarebbe per dignità forse suicidato… non pretendiamo tanto da Bassolino, ma almeno le dimissioni, questo sì. Siamo il Paese dove la mozzarella di bufala alla diossina viene rifiutata persino dalla Corea, dove la Compagnia di bandiera aerea nazionale, dopo decenni di sperperi, assunzioni clientelari, stipendi da favola, viene ceduta ( ammesso che la voglia qualcuno) a prezzo di liquidazione, dove persino il Brunello di Montalcino viene tagliato invece che col Sangiovese con vini meno nobili…
Siamo l’Italia delle contraddizioni: abbiamo 5.000 leggi inutili ( a detta di tutti gli schieramenti) che rallentano qualsiasi procedura sia giuridica che amministrativa o burocratica, leggi che spesso poi un giudice interpreta in modo diverso da un altro: nessuno le abolisce, salvo poi lamentarsi del cumulo di arretrati e ricorsi vari in cui annega la giustizia italiana.
Siamo il Paese dove molti produttori in odore di criminalità vivono più sui contributi comunitari che sulla propria attività . Siamo lo Stato che sfrutta l’energia atomica per interposto Paese. Uguali pericoli e maggiori costi, solo per poter scrivere ” Comune denuclearizzato” all’ingresso del paesino. Siamo l’Italia che lavora fino a settembre per pagare le tasse allo Stato, e da ottobre a dicembre per pagare i prestiti che si è dovuto chiedere per tirare avanti. Siamo l’Italia dove i politici guadagnano più di qualsiasi altro Paese europeo, dove la Casta viene “combattuta” da tutti, ma quando uno poi “arriva alla greppia” ben difficilmente cerca di ridurne i costi. Siamo il Paese dove ai comizi del leader comunista Bertinotti vengono distribuiti preservativi e non il giornale “Liberazione”: un tempo i comunisti diffondevano l’organo di partito, ora il partito dell’organo. Siamo l’Italia dove il “nuovo che avanza” è rappresentato da Veltroni, da Fini e da Casini, che fanno insieme 160 e passa anni di vita di travet di partito, a barcamenarsi tra alti e bassi, stipendiati sempre dalla politica. Siamo anche il Paese dove in campagna elettorale si fa a chi le spara più grosse: regali, aumenti, arretrati per tutti. Nessuna categoria, pensateci, è stata esclusa da questa cascata di promesse, da destra a sinistra piovono milioni come alla lotteria di capodanno. Tra un po’ vedremo in volo piccoli Piper che lanceranno nelle piazze banconote da 50 euro e il popolo festante “benedirà ” i politici…altro che Lauro che dava solo la scarpa sinistra prima del voto e la destra solo dopo…un dilettante ormai.
Ora si discute sulla scheda della votazione, all’estero già si denunciano brogli, schede vendute a 25 euro al primo che capita, in Italia sul fatto che la scheda fa schifo coi simboli tutti attaccati e rischio elevato di schede annullate. Una lista esclusa che deve essere riammessa, Bossi che minaccia che il popolo della Padanìa prenderà il fucile se non verranno cambiate le schede…forse al massimo prenderà la pistola ad acqua che usano a Rimini in spiaggia d’estate o sulle coste slave dove qualche “eminenza grigia leghista” ha cercato, con esito fallimentare, di impiantare Bingo e Casinò. Sarebbe opportuna magari anche una circolare “coerente” che vietasse a qualche maggiorente di usufruire a Roma di alloggi Enasarco di 97 metri quadri al quartiere Gianicolense pagando appena 600 euro di affitto ( contro i 1.500 che pagherebbe un cittadino comune). Altrimenti qualcuno finirà per intonare ” Padania ladrona, Roma non perdona”… Nell’occasione, viste le profonde radici storiche e culturali della Lega e del territorio di riferimento, consiglierei di notificare almeno ai dirigenti la corretta pronuncia del termine. Si dice Padanìa come Lombardia per capirci, non Padania please.
Veltroni, raschiato il fondo del barile delle promesse, è arrivato anche a garantire di pagare l’assicurazione alle casalinghe, dopo aver elargito 1000 euro ai precari e 30 euro al mese in più ai pensionati, mentre Berlusconi è più serio e si limita solo e sempre a ricordare che il PdL è avanti di 7 punti ( beh ha cambiato, prima diceva 10). Fini è riuiscito a nascondersi nel PdL e nuota sottrotraccia, l’importante era evitare di farsi contare come AN…forse non si accorgono così che avrà perso secco 3-4% di consensi in pochi mesi e che lo scontento ormai dilaga nelle federazioni.
Gli esclusi Casini, Storace e Ferrara si battono come leoni, diciamo la verità . I primi due, politici tradizionali, menano fendenti non da poco, anche se rimane sempre il sospetto ( o forse qualcosa di più) che alla fine rientreranno alla casa madre, rinegoziando la loro adesione, sulla base del risultato elettorale che otterranno. Almeno si sono divertiti, dopo essere stati presi a pesci in faccia: in fondo chiedevano solo quello che era stato concesso a Lega Nord e MPA …pensateci bene. Ferrara è l’unico che parla di qualcosa di serio, in tutto il panorama politico elettorale, parla di vita e di valori…scusate se è poco… e ha avuto il merito di far emergere il vero volto ” non buonista” della Sinistra repressa e altoborghese, quello della intolleranza verso il confronto democratico e il dibattito delle Idee.
Dimenticavo…fuori c’e’ l’altra Italia, quelle 200 persone al giorno che, ad es., varcano a Genova la porta del Monte dei Pegni, a De Ferrari, per ottenere qualche decina o centinaia di euro in cambio del deposito di collanine d’oro, posate d’argento e ricordi di famiglia. Impegnano le ultime cose rimaste per pagare una bolletta o fare la spesa. O quelle altre centinaia di genovesi che il martedì e il venerdì fanno la coda al Mercato all’ingrosso di frutta e verdura di C.so Sardegna per dare la caccia a qualche cassetta di merce al prezzo più basso ottenibile. Sono in maggioranza quei ceti medi che ormai sono scivolati sotto la soglia della povertà e a cui le promesse non bastano.
A loro non interessano le regole del mercato ultra liberista o le promesse di una sinistra che ha fallito nella battaglia per una giustizia sociale: hanno problemi più seri. Forse meritano anche partiti e leader politici più seri, onesti, disinteressati e coerenti.
Meno avanspettacolo e più Destra sociale, popolare e nazionale.
La vignetta è tratta da: www.ilgiulivo.com
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