EFFETTO TRUMP: BULLISMO RAZZISTA, SCENE DI VIOLENZA, SCRITTE CONTRO GLI AFROAMERICANI, MINACCE AI GAY, RAGAZZE DERUBATE DEI VELI IN DIVERSE CITTA’ AMERICANE
GRAZIE AL SUO PROFETA, RIEMERGE LA FOGNA RAZZISTA
L’America si è svegliata tinta di rosso. Il colore del nuovo presidente che tra le varie cose, promette nuovi muri.
Così, su quelli vecchi, in mattoni o virtuali, sono cominciate ad apparire nuove scritte. Minacce di chi ora si sente rappresentato, forte, protetto da un ideale di supremazia, giustificato.
E in rete sono apparse anche storie di disagio, appelli di aiuto, messaggi di paura scritti da chi è consapevole che da oggi è parte dei nuovi dimenticati di Donald Trump.
Nell’era del maschio-bianco-etero, il peso della diseguaglianza è appoggiato sull’altra faccia di Stati disuniti.
La nuova intolleranza sulle donne, su tutti gli altri colori, le diverse etnie e religioni, sui gay.
Svastiche. Ne sono apparse un po’ ovunque. Storte, distorte come il loro significato. “Rendere l’America bianca di nuovo”, si legge stamattina presto in un campo da baseball di Wellsville, New York.
Una bambola con una corda attorno al collo, spogliata, buttata a terra in un ascensore dell’universitario di Canisius, appena fuori Buffalo, sempre nello stesso Stato di NY, uno tra i pochi ad aver votato Clinton.
“Seig Heil 2016”, ancora il simbolo nazionalsocialista sul muro di un negozio a Philadelphia.
Ma non era un incidente, e non era isolato.
Philadelphia, nella parte sud è stata la più segnata nel nome di Donald: “Trump Rules” and “Black Bitch”. Un portavoce della polizia ha detto che le autorità hanno risposto a molteplici chiamate per vandalismo, sono state “colpite molte automobili e le case a South 6th Street”.
Una studentessa della University of Louisiana, a Lafayette, è stata aggredita e derubata da due “maschi”. Nella denuncia alla polizia descrive uno di loro con un cappello bianco e il logo del presidente repubblicano.
Le hanno portato via il portafoglio ma miravano al velo, e le hanno strappato di dosso l’hijab. Nello stesso campus nuove scritte in stampatello. ‘FUCK YOUR SAFE SPACE’, fanculo il tuo spazio sicuro. ‘BUILD WALL’, costruire muri.
A San Jose, ancora in un’ Università , ad una ragazza il velo è stato invece stretto forte, tenuto premuto sul viso fino quasi a soffocarla.
A farlo sempre un maschio, sempre bianco. Il campus ha diramato un comunicato con le istruzioni da seguire per evitare di restare vittime di incidenti del genere.
Su Twitter appelli a proteggersi fatto da ragazze velate: “È già cominciato… Oggi due sostenitori di Trump hanno tentato di strapparmi il mio hijab. State attente là fuori”, scrive da Albuquerque ‘bye’ che si firma @Palestixian e che per la descrizione del suo profilo Twitter ha scelto la frase: “When the ignorant address you, reply with words of peace”, se l’ignorante ti punta rispondi con parole di pace.
“La vita dei neri non conta, e neanche il loro voto”. Un’altra scritta, un altro viaggio nel tempo all’indietro partito da un muro di Durham, in North Carolina e fotografato da Derrick Lewis, della Cbs
Ma a denunciare moti razzisti del primo giorno della nuova America, sono in tantissimi.
Afroamericani che tolgono i figli dalle scuole, mamme preoccupate, ragazze all’angolo. Che riprendono coi telefoni nascosti sfilate di ragazzini che inneggiano al ‘white power’ impugnando cartelli pro Trump.
Giustificazioni, lo scudo di forza del presidente. Che nella loro stupidamente estrema interpretazione del peggio della propaganda di Donald, non risparmiano i gay. “Non vedo l’ora che il tuo matrimonio sia annullato dal vero presidente. Famiglie Gay = Bruciate all’inferno. Trump 2016”, si legge in un biglietto attaccato alla macchina di una coppia del North Carolina.
Il dopo Obama è cominciato e l’America dell’intolleranza è uscita dall’ombra, nel nome di Donald.
(da “La Repubblica”)
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