ELISABETTA BELLONI, UNA CHE NON SI MUOVE A CASO: L’AMBASCIATRICE LASCIA ANZITEMPO IL SUO INCARICO COME CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI URSULA VON DER LEYEN
SPERAVA DI INCIDERE SULLA POLITICA ESTERA DELL’UE, MA SI È DOVUTA SCONTRARE CON KAJA KALLAS (CHE, DA ESTONE, HA RIVOLTO L’ATTENZIONE SOPRATTUTTO AL DOSSIER RUSSIA)
La notizia dell’addio anticipato di Elisabetta Belloni alla Commissione europea non è un fulmine a ciel sereno. Gli “addetti ai livori” da settimane registravano l’insoddisfazione
dell’ex capa del Dis rispetto al suo ruolo di consigliere diplomatico di Ursula von der Leyen.
Belloni, infatti, aveva accettato con grande entusiasmo l’incarico, qualche mese fa: era convinta di poter incidere attivamente sulla politica estera dell’Unione europea e di poter mettere a disposizione la sua esperienza da diplomatica.
La realtà è stata diversa dalle aspettative: “Nostra signora Italia”, come la chiamò Beppe Grillo quando fu candidata al Quirinale, nel 2022, si è scontrata con l’attivismo pigliatutto di un’altra biondissima, Kaja Kallas, che in quanto Alto rappresentante per gli affari esteri ha avocato a sé tutto il dossier internazionale.
Belloni, che è una diplomatica vecchio stile, con un approccio omnicomprensivo delle crisi mondiali, mentre la Kallas ha concentrato il suo impegno quasi soltanto sulla questione ucraina (da baltica, sa bene cosa vuol dire avere la Russia che “abbaia ai confini”).
E così, l’italiana ha deciso di fare le valigie anzitempo, approfittando del momento di debolezza massima di Von der Leyen: Ursula giovedì dovrà affrontare un voto di sfiducia al Parlamento europeo.
Anche se è destinato a fallire, è un segnale di insofferenza insolito: è la prima volta da oltre un decennio che viene presentata una mozione del genere. Senza considerare il fastidio dei commissari e degli Stati membri verso l’accentratrice ex cocca della Merkel.
A informare von der Leyen della decisione è stata direttamente Belloni, motivandola con ragioni personali. Lo ha fatto prima durante un faccia a faccia, poi annunciando ad Ursula una lettera in cui si ufficializza la fine dell’esperienza. Con gli amici, d’altra
parte, avrebbe sempre sostenuto di voler restare in carica soltanto per pochi mesi.
La notizia non è stata accolta con favore da Ursula, anzi: contrariata, la presidente della Commissione avrebbe provato a convincere la diplomatica a desistere ,l Al momento, senza esito. Belloni lavorerà però fino all’ultimo, soprattutto per portare a termine le due importanti missioni dei vertici dell’Unione europea in Cina e Giappone. Nel suo futuro non sembra esserci, almeno per il momento, un nuovo incarico. L’ex capo del Dis tornerà in Italia, nella sua casa in campagna nell’aretino
Era stata chiamata da von der Leyen come consigliera diplomatica soltanto pochi mesi fa, a fine gennaio, al termine di settimane di incertezza che avevano scosso il governo e l’intelligence italiana.
Come riportato da Repubblica il 6 gennaio scorso, l’ambasciatrice aveva comunicato a Meloni – tre giorni prima del Natale 2024 – l’intenzione di dimettersi anzitempo dalla guida del Dis. Il giorno successivo, il 23 dicembre, aveva consegnato una missiva in cui veniva ribadita la decisione irrevocabile, poi ufficializzata il 15 gennaio 2025.
Il rapporto con Giorgia Meloni, d’altra parte, si era progressivamente raffreddato, a partire dal G7 italiano ospitato nel giugno 2024 a Borgo Egnazia (l’ambasciatrice era in quel momento anche sherpa italiana del summit).
Accanto a von der Leyen, Belloni resterà sette mesi. Durante i quali non sono mancati, si apprende, momenti di frizione con il capo di gabinetto di Ursula. Soltanto due settimane fa, l’ambasciatrice è apparsa a Roma assieme a von der Leyen e alla presidente del Consiglio, in occasione di un vertice sul Piano
Mattei. Nel frattempo, come detto, la politica tedesca ha provato a trattenere Belloni, per ora senza risultati.
Il passo indietro arriva in un momento delicato per la presidente della Commissione. Non solo perché bersaglio di una mozione di sfiducia all’Europarlamento, in calendario per il 10 luglio. Ma soprattutto, perché in questa fase le principali capitali […] non sono del tutto soddisfatte dell’operato di Ursula e premono per modificarne la linea su alcuni dossier strategici. E non è un mistero, d’altra parte, che Belloni si muova da anni costruendo un curriculum da riserva della Repubblica che l’ha portata nel 2022 tra i papabili per il Quirinale.
(da agenzie)
Leave a Reply