ETNA, LA RABBIA DEGLI SFOLLATI DOPO IL TERREMOTO: “OLTRE 50 SCOSSE E NESSUNO CI HA ALLERTATI”
SEI COMUNI COLPITI, 28 FERITI, 600 SENZA CASA
“Perchè non ci hanno avvertiti?”. A Fleri, la frazione di Zafferana Etnea distrutta dal terremoto di questa notte, adesso monta la rabbia di chi ha perso tutto: ci sono 28 feriti, ma soprattutto 600 sfollati per il sisma di magnitudo 4,8 che ha colpito i paesi etenei.
La rabbia è rivolta soprattutto alla mancata allerta della protezione civile: “Nel giorno di Natale – dicono gli sfollati a Fleri – ci sono state oltre 50 scosse, ma non è arrivata nessuna allerta”.
Lo sciame sismico dura dal 24 dicembre, e fra le altre conseguenze ha portato alla chiusura temporanea dell’aeroporto di Catania a ridosso di Natale, con un ritorno alla normalità avvenuto ieri. Poi, nella notte fra il 25 e ieri, il terremoto più catastrofico.
Sono seicento gli sfollati. La Regione Siciliana ha redatto un convenzione con Federalberghi per poterli ospitare in strutture turistiche.
Altre persone che, pur non vivendo in case dichiarate inagibili, hanno paura a rientrare a casa saranno ospitate in palazzetti dello sport dove potranno trascorrere la notte.
Sono sei i comuni maggiormente colpiti e nei quali è stato avviato un monitoraggio da parte della protezione civile. Sono Zafferana Etnea, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina.
Il terremoto ha danneggiato anche chiesa di Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, frazione di Acireale: crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, venerato perchè ritenuto il protettore dei terremotati.
Sono 28 le persone che hanno fatto ricorso alle cure mediche del pronto soccorso degli ospedali per il sisma della scorsa notte nel Catanese.
Dieci sono state soccorse da ambulanze, altre 18 si sono presentate da sole. La maggior parte ha ferite lievi, alcuni si sono presentati sotto choc o colpiti da attacchi di panico.
Ci sono alcuni sfollati: si tratta di persone le cui abitazioni hanno subito lesioni o di cittadini impauriti che non vogliono rientrare nelle loro case. La prefettura fa sapere che sono stati allestiti dei ricoveri nelle scuole e nella palestre. Sono in corso verifiche della Protezione civile, anche con elicotteri che sorvolano la zona.
“Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori rispetto a dove si sono aperte adesso, in particolar modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove. Se ci riuscirà , non lo sappiamo”, dice Eugenio Privitera, direttore dell’Ingv di Catania.
“Stiamo potenziando i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona. La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà . La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove fa danno. Non ci sono relazioni tra l’Etna e lo Stromboli perchè appartengono a due contesti geodinamici diversi e hanno sistemi di alimentazioni separati. Siccome sono due vulcani molto attivi è alta la probabilità di una fase eruttiva nello stesso tempo, ma è puramente casuale. E inoltre, in questo momento, non è in eruzione, ma è soltanto cambiato il livello di allerta”.
Privitera aggiunge che il terremoto della scossa notte è stato un evento singolo.
Un episodio analogo avvenne nell’ottobre del 1984.
E intanto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, getta acqua sul fuoco: “Dal punto di vista scientifico – dice a SkyTg24 – si tratterebbe di un evento isolato, i tecnici ci dicono che si sta andando verso un raffreddamento della lava e ci dobbiamo aspettare una quiescenza dell’attività eruttiva il cui picco c’è stato a Natale, ora si va verso una diminuzione del fenomeno”.
Sospesa per oltre 5 ore, dalle 3.20 e fino alle 8.50, la circolazione ferroviaria sulle linee Messina-Siracusa e Catania-Palermo in seguito al terremoto che ha colpito la provincia di Catania. E’ stato attuato il protocollo di sicurezza in caso di sisma ed i tecnici di Rfi hanno effettuato un sopralluogo in particolare tra Taormina e Lentini e fra Bicocca e Caltanissetta.
Tre treni regionali sono stati sostituti da autobus e due intercity hanno accumulato mezz’ora di ritardo. Per precauzione è stato chiuso un tratto dell’autostrada Catania-Messina, la A18, per la presenza di lesioni sospette sull’asfalto createsi dopo il terremoto. Il blocco si registra tra i caselli di Acireale e Giarre.
Oltre alle squadre dei vigili del fuoco al lavoro dalla notte scorsa nel Catanese per fare fronte all’emergenza per il terremoto di magnitudo 4.8, arrivate anche da Siracusa, Messina e dalla Calabria, altro personale dei pompieri è in arrivo nella zona del sisma. Sono appartenenti alle sezioni Usar di Campania e Lazio.
(da “La Repubblica”)
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