EX MISS PADANIA A PROCESSO PER FURTO E RICETTAZIONE
BENEDETTA MIRONICI ACCUSATA DI UNA SERIE DI FURTI AI DANNI DI ARTIGIANI E IMPRESE EDILI… FORTUNATA CHE NESSUN LEGHISTA LE HA SPARATO IN NOME DELLA LEGITTIMA DIFESA DELLA “ROBBA”
Da reginetta di bellezza a imputata in un processo per furto e ricettazione di chiavi inglesi e attrezzi da cantiere.
Protagonista di questa parabola discendente è Benedetta Mironici. La bella 35enne ha un curriculum che tante ragazze invidierebbero: Deaitaliana nel 2006, Miss Padania nel 2008, Miss TrevisoMarathon l’anno successivo.
Nel 2012 il suo nome era balzato agli onori delle cronache non per i successi in passerella ma per una vicenda dolorosa, il violento pestaggio subito dall’allora compagno Roberto Fulmine, durante un viaggio in Kenia.
Quando i due erano tornati in Italia, infatti, Roberto era stato arrestato. L’uomo, inizialmente indagato per tentato omicidio, era stato prosciolto dopo che, finito a processo per le sole lesioni aggravate, aveva risarcito la Mironici che aveva quindi ritirato la querela.
Ma ora dall’altra parte della barricata c’è finita lei.
La 35enne, infatti, è a processo insieme al presunto complice Federico Marini. La coppia è ritenuta responsabile di una serie di furti ai danni di artigiani e imprese edili. Secondo l’accusa l’ex modella, Marini e a una terza persona, non ancora identificata, la notte del 4 luglio scorso provarono ad aprire il portellone del furgoncino di un artigiano parcheggiato in una via del quartiere di Sant’Antonino a Treviso.
I due erano stati sorpresi dalla polizia, avvertita da una residente, che aveva visto due uomini gironzolare intorno al furgone di un idraulico.
Gli agenti erano riusciti a bloccare solo Marini, mentre il terzo complice era riuscito a fuggire. Al volante dell’auto che li aspettava poco distante, c’era proprio la ex Miss Padania e nel portabagagli attrezzi di vario tipo.
Gli agenti, che li avevano portati in questura, avevano deciso così di procedere anche con la perquisizione dell’abitazione di Preganziol nella quale i due convivevano.
E lì la polizia aveva fatto la scoperta. Gli agenti, infatti, avevano trovato duecento chiavi inglesi, cacciaviti e vari materiali per l’edilizia rubati in aziende della provincia, oltre a una motocicletta Triumph che è risultata essere stata rubata a Jesolo nel Veneziano qualche giorno prima.
Per i due erano così scattate le manette e ora è iniziato il processo.
La 35enne e il suo complice sono comparsi davanti al giudice monocratico Alberto Fraccalvieri e processati per direttissima. Ma la difesa della donna, assistita dall’avvocato Renato Alberini del Foro di Venezia, e quella di Marini hanno chiesto un rinvio per ricercare con il pubblico ministero Davide Romanelli la possibilità di un accordo e patteggiare la pena. Se ne riparlerà il 5 novembre.
Se l’accordo tra la Procura e i legali dei due imputati non ci sarà , la Mironici e Marini verranno giudicati con rito abbreviato.
(da agenzie)
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