FELTRI E I “TERRONI CHE VOGLIONO ESSERE MANTENUTI DAL NORD”
LUI DIMENTICA CHE E’ MANTENUTO DAI LETTORI, RINGRAZI CHE CI SONO ANCHE LETTORI DEL SUD CHE PAGANO PER LEGGERE LE SUE CAZZATE… ESILARANTE L’APPELLO A SALVINI, IL CLASSICO NORDISTA ELETTO IN CALABRIA E MANTENUTO DAI TERRONI
Mentre Giuseppe Conte inviava una lettera al Corriere della Sera nella quale chiedeva ai governatori del Nord — Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia) — di ridimensionare il proprio linguaggio nei suoi confronti dopo gli ultimi accordi a Palazzo Chigi sull’Autonomia, Vittorio Feltri si rendeva protagonista di un discutibile editoriale pubblicato domenica 21 luglio sul suo quotidiano Libero.
Tornano vecchi insulti al Sud e si fa anche il paragone tra la situazione attuale e il brigantaggio.
Già dal titolo scelto per l’articolo di Vittorio Feltri si capisce dove si va a parare: «Rassegnamoci, siamo la mammella di tutto il Sud». Spesso e volentieri capita che il titolo sia forzato e non rispecchi in pieno il contenuto di un articolo, ma in questo caso è la sintesi esatta dei concetti espressi dal direttore di Libero nel suo editoriale.
Anzi, il titolo e il sommario sono addirittura più morbidi rispetto al contenuto del pezzo stesso.
Si parte citando i luoghi di nascita di Giuseppe Conte (foggiano) e Luigi Di Maio (campano) e poi si parte, nel paragrafo successivo, con le allusioni neanche tanto velate. «Costoro sono costituzionalmente mantenuti da sempre dai settentrionali e non ne vogliono sapere di tagliare il cordone ombelicale per motivi alimentari, di sopravvivenza». Poi prosegue: «I terroni intendono comandare sui polentoni per motivi economici, ma senza i nostri quattrini morirebbero di fame».
Dopo il tema economico, il discorso di Vittorio Feltri si sposta su quello culturale: «Il foggiano e il napoletano (parlando di Conte e Di Maio, ndr), si oppongono e pretendono di rapinare il nostro patrimonio, lasciandoci in bolletta, onde sostenere coi proventi delle grassazioni il Mezzogiorno, a costo di tenere il livello culturale della nazione intera».
Ma questo non basta, dato che il direttore di Libero prosegue facendo un paragone discutibile: «È una forma di banditismo o almeno di brigantaggio che andrebbe combattuta non solo politicamente, ma anche socialmente».
L’editoriale di Vittorio Feltri si conclude con un appello dal sapore nostalgico a Matteo Salvini: «Cerchi di porre fine a questo scandalo intollerabile, altrimenti saremo costretti a rimpiangere Umberto Bossi che almeno puntava alla secessione. Un progetto troppo ambizioso, però molto arrapante».
Feltri si rivolge a un parlamentare che si è fatto eleggere in Calabria, tipico caso di nordista mantenuto dai terroni, insomma…
(da agenzie)
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