FORZE DELL’ORDINE CONTRO IL GOVERNO: COSA PREVEDE LA MANOVRA E PERCHE’ LE DANNEGGIA
AUMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE, MANCANZA DI RISORSE PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI E CARENZE IN ORGANICO
Da quando è stata varata la manovra 2026 ha già scatenato diverse polemiche: dal contributo
richiesto alle banche, al centro dello scontro tra Lega e Forza Italia, al giallo attorno all’aumento della tassa sugli affitti brevi, passando per la preoccupazione dei Comuni di fronte ai numerosi tagli che minacciano i servizi essenziali per i cittadini e per l’insoddisfazione della mondo sanitario per le “briciole” lasciate a medici e infermieri. Insomma da più parti, così com’è stata presentata, la prossima legge di bilancio non piace. E scontenta pure le forze dell’ordine, che hanno criticato le norme sull’aumento dell’età pensionabile, l’assenza di risorse per il rinnovo dei contratti e la mancata pianificazione di nuove assunzioni che colmino la grave carenza di organico.
Cosa dice la legge di bilancio su pensioni e stipendi per gli agenti
Il testo, va precisato, non è definitivo e in Parlamento subirà modifiche e correzioni prima dell’approvazione definitiva, attesa per fine dicembre. I sindacati delle forze dell’ordine hanno chiesto un intervento sul provvedimento, a partire dalla norma che riguarda le pensioni e che prevede un aumento dell’età pensionabile per i prossimi anni.
In particolare, all’articolo 42 della bozza della manovra si legge:
la disposizione prevede, con riferimento al personale militare delle Forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, nonché del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a decorrere dal 1° gennaio 2027, in via aggiuntiva all’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento alla variazione della speranza di vita, un ulteriore incremento di tre mesi dei requisiti di accesso al sistema pensionistico inferiori a quelli vigenti nell’assicurazione generale obbligatoria e soggetti al predetto adeguamento alla variazione della speranza di vita. Dalla disposizione derivano effetti positivi per la finanza pubblica e, in particolare, a carattere strutturale sul versante pensionistico per effetto del posticipo del pensionamento, in grado sostanzialmente di compensare gli effetti strutturali di anticipo del pensionamento previsti dalla presente disposizione, garantendo pertanto il grado di sostenibilità di medio lungo termine del sistema pensionistico, delle finanze pubbliche e del debito pubblico già previsto a legislazione vigente. Per quanto attiene in particolare agli effetti di breve periodo, attese le
specificità di settore sia in termini occupazionali sia di interazione con specifici istituti vigenti, ferma restando la valutazione di positività complessiva dell’intervento per la finanza pubblica, gli effetti finanziari specifici della disposizione verranno prudenzialmente registrati a consuntivo.
Le critiche
Questa misura fa il paio con mancata previsione di fondi per aumenti e assunzioni, lasciando deluse le forze dell’ordine a cui il governo Meloni ha finora promesso aiuti e sostegni. “La bozza della legge di bilancio 2026 dimostra una disattenzione grave nei confronti delle Forze dell’Ordine. Molte delle misure contenute sembrano pensate per colpire più che per sostenere”, hanno dichiarato in una nota Stefano Paoloni, Domenico Pianese, Valter Mazzetti e Pietro Colapietro, rispettivamente segretari generali dei sindacati di polizia Sap, Coisp, Fsp Polizia e Silp Cgil. “All’articolo 42, ad esempio si prevede un innalzamento dell’età pensionabile: di 3 mesi nel 2026, di 4 nel 2027. Un paradosso se pensiamo al logoramento psicofisico che il nostro lavoro comporta”, hanno sottolineato.
“Nessuna traccia, poi, di assunzioni straordinarie; nessuna misura concreta per colmare il vuoto di oltre 10mila agenti e nemmeno la copertura integrale dei pensionamenti: con il limite del 75%, nel 2026 perderemo altri 1300 poliziotti. Una voragine che si allarga mentre si chiedono sempre più sacrifici a chi è rimasto in servizio”. Anche sul fronte economico i sindacati si dicono “preoccupati da quello che appare un disinteresse: nessuno stanziamento per la ‘specificità’ della nostra professione, per il contratto dell’area dirigenziale e per la
previdenza complementare/dedicata, quanto mai necessaria. Non è questo il modo di trattare e considerare chi, portando una divisa, cerca quotidianamente, tra mille difficoltà e con spirito di sacrificio, di garantire sicurezza e benessere per tutta la comunità. Siamo fortemente amareggiati”, concludono.
(da Fanpage)
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