GABRIELE DEL GRANDE: “COMINCIO LO SCIOPERO DELLA FAME”
IL REGISTA TOSCANO CHIEDE IL RISPETTO DEI DIRITTI: “TRATTENUTO IN TURCHIA SENZA CHE MI SIA STATO CONTESTATO ALCUN REATO”… LA RABBIA DEL PADRE: “HO CHIAMATO QUATTRO VOLTE LA FARNESINA E NESSUNO MI HA RISPOSTO”
Dopo nove giorni di silenzio, la prima telefonata alla compagna di Gabriele Del Grande, il blogger e regista toscano arrestato in Turchia, al confine con la Siria otto giorni fa: “Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”.
Queste le parole al telefono dalla provincia di Mugla dove si trova “in un centro di espulsione, in isolamento”.
Poi l’annuncio: “Da stasera inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”. Lo ha ribadito anche parlando con alcuni amici il regista arrestato dalla polizia turca mentre documentava il dramma della gente che scappa dalla Siria.
Immediata la reazione della famiglia Del Grande, che vive sulla montagna Pistoiese. Il padre Massimo: “Che cosa dire ancora? Non lo so nemmeno io, la cosa evidentemente non è così semplice e lineare come ci era stato fatto pensare, mi chiedo a cosa servano un’ambasciata e un consolato se non riesce a sapere come stanno davvero le cose”. Così sbotta il padre di Gabriele subito dopo aver saputo della telefonata fatta oggi alle 14,30 dal figlio alla compagna Alexandra, che si trova in Grecia e ad alcuni amici. “Non ho sentito io la sua voce, so solo quello che mi è stato riferito di quel che ha detto alla compagna”, spiega il padre, secondo il quale le parole del figlio fanno pensare “a una situazione che non si sta certo risolvendo come sembrava”. Insomma rabbia e ansia.
Massimo Del Grande commenta anche la decisione del figlio di cominciare lo sciopero della fame: “Che cosa altro dovrebbe fare una persona chiusa in cella e interrogata tutti i giorni come se fosse un terrorista, solo perchè vuole dare delle notizie?”.
Il padre conclude: “Se sono arrabbiato? Certo che sono arrabbiato, oggi ho chiamato quattro volte la Farnesina è nessuno mi ha risposto”. E ancora: “Non è lì per far del male a qualcuno, lui fa lo scrittore e il giornalista, non è un terrorista, lo devono rimandare a casa, ha una moglie e due bimbi piccoli che lo aspettano”.
In serata la Farnesina ha diffuso una nota: il ministero chiede che il nostro connazionale “sia rimesso in libertà , nel pieno rispetto della legge”.
“Il ministro Alfano – si legge – ha disposto l’invio a Mugla, dove Del Grande è detenuto, del console d’Italia a Smirne per rendere visita al connazionale” mentre “l’ambasciatore d’Italia ad Ankara ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963”.
Gabriele era stato bloccato al confine con la Siria lo scorso 9 aprile.
Appena prima era riuscito a mandare un messaggio alla sua compagna Alexandra (che vive ad Atene) da un cellulare non suo: diceva di essere stato fermato ma sperava in un rilascio a breve.
Cosa che non è stata così. Invece passano i giorni nel silenzio. Il ministero degli esteri italiano sta seguendo da vicino la vicenda e fa sapere che il giovane secondo le autorità turche sta bene.
Tuttavia prima di oggi, a otto giorni dall’arresto non c’erano stati contatti diretti nè con la famiglia nè con le autorità diplomatiche italiane.
Al giovane regista toscano sarebbe stato contestato, secondo alcune indiscrezioni, di essersi trovato in quei territori senza avere un permesso stampa. Ma il diretto interessato nella telefonata di oggi nega che gli siano stati contestati reati.
Quella di oggi è “la prima telefonata – rendono noto la compagna Alexandra d’Onofrio e i compagni di viaggio di ‘io sto con la sposa’ – che gli è stato concesso di fare da domenica 9 quando è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay”. Il giornalista era in Turchia dal 7 aprile. Gabriele ha spiegato anche: “Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento”.
Del Grande da anni si occupa di documentare i flussi migratori nel blog Fortress Europe. In passato è stato pluripremiato per il film “Io sto con la sposa” presentato anche alla mostra del cinema di Venezia.
Negli ultimi tempi si stava occupando di raccontare la guerra in Siria dagli occhi e dalle vite di chi scappa, dalle voci di chi l’Isis l’ha vissuto sulla propria pelle.
Su Twitter la solidarietà corre lungo l’hastag #iostocongabriele. Intanto sulla vicenda interviene l’Isf Information safety and freedom (l’associazione internazionale per la libertà di stampa) con un appello affinchè “il governo turco liberi subito il documentarista Gabriele Del Grande, detenuto illegalmente da una settimana e privato di qualsiasi garanzia di difesa, tanto da dover ricorrere allo sciopero per la fame per richiedere una tutela internazionale”.
(da “La Repubblica”)
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