GETTATA LA POCHETTE (CHE SFOGGIAVA QUANDO FIRMAVA I DECRETI SICUREZZA DI SALVINI), CONTE HA INDOSSATO L’ESKIMO
E ORA CONTE DIVENTA UN PROBLEMA PER IL “CAMPO LARGO”: SI PUO’ GOVERNARE CON UNO CHE VA A MANIFESTARE CONTRO L’UE?
Guardavano le immagini di Giuseppe Conte tra i suoi nuovi compañeros grillini. All’Aia. In sit-in contro la Nato. Più a sinistra di tutti. Frullata via la pochette a cinque punte (che sfoggiava quando firmava i decreti sicurezza di Matteo Salvini), il prossimo inverno ce lo ritroviamo con l’eskimo? No, sul serio: pazzesco. E quelli di Avs, adesso?
Flashback, qualcosa di simile a un piano sequenza sfocato.
Provate a immaginare una mattina livida, la stazione di Pisa, era il febbraio del 2003. I carabinieri con i manganelli e la visiera del casco abbassata e un ragazzo con la giacca a vento nera e la sciarpa sul viso che salta sui binari, incitando il corteo a non indietreggiare e a bloccare un convoglio di armamenti americani diretti nel Golfo: sotto la sciarpa, Fratoianni aveva la barba lunga, era tosto e spavaldo e con lo sguardo elettrico, le compagne erano pazze di quel rivoluzionario con i fiocchi.
Ritrovarsi scavalcato a sinistra da Conte è stato, perciò, un autentico, comprensibile trauma . Che fare? Certo: la speranza di Fratoianni, e del suo compagno di partito Bonelli, è che magari domattina l’avvocato di Volturara Appula si svegli e, senza imbarazzi, cambi idea.
Le domande che ora si pongono con apprensione Fratoianni&Bonelli — chi è davvero Conte? che spazio intende prendersi a sinistra? che progetto ha in testa? Sono un po’ le stesse che, da mesi, rimbombano nel Pd. Nessuno s’è lasciato ingannare per la firma che, anche lui, ha posto sotto la mozione comune in cui si proponeva d’interrompere qualsiasi cooperazione militare con Israele. Chissà perché l’ha fatto, si sono chiesti in molti. Non si fidano.
C’è tutta l’area riformista che lo osserva come si osserva un camaleonte allo zoo. Aspetta, guarda, adesso è sparito. No, che dici, è sempre lì, ha solo cambiato colore. Elly Schlein, si sa, non è però d’accordo con questo tipo di approccio, polemico e ruvido. Lei, a Conte, dà corda (fingendo, eh), lo segue e subito precisa, pone dei distinguo, e di nuovo lo lascia fare.
Strategia probabile: spera di cucinarselo a fuoco lento.
Poi, sì: la sua delegazione, guidata dall’eroico Francesco Boccia, torna dal corteo dei 5 Stelle e tutti le riferiscono degli sguardi torvi, dei fischi, di certi sberleffi. Di un clima profondamente ostile nei confronti dei dem.
E pure lei, chiaro, s’accorge di tutte le trappolette, le frecciatine che lui le spedisce a giorni alterni (la stessa stucchevole tecnica che Salvini usa con la Meloni). Elly sa bene persino un’altra cosa: e cioè che l’avvocato s’immagina, si percepisce come
l’unico possibile candidato premier dell’eventuale coalizione di centrosinistra. È già stato due volte a Palazzo Chigi, e ambisce ad un terzo giro: come Aldo Moro (vietato sorridere).
Conte è un problema: Elly sa tutto. Matteo Renzi sapeva, da tempo, tutto. E adesso sanno tutto anche Fratoianni&Bonelli.
(da Il Corriere della Sera)
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