GHIGLIA E ARIANNA: C’E’ UN BUCO DI 50 MINUTI NELLA VISITA ALLA SEDE DI FDI
BOCCHINO: “DA ME C’E’ STATO SOLO 20 MINUTI”
Nell’affaire Garante-Report c’è un buco nero di 50 minuti. E tocca capire se sono pieni di chiacchiere o di balle. Italo Bocchino, sentito dal Fatto, conferma di aver incontrato nel pomeriggio del 22 ottobre Agostino Ghiglia, il componente del Collegio del Garante immortalato da Report mentre entra in via della Scrofa 39, sede di Fratelli d’Italia, alla vigilia del voto che avrebbe inflitto al programma di Rai3 una multa da 150 mila euro.
Dopo giorni di silenzio, ieri sera in un’intervista rilasciata al Corriere, Ghiglia ha spiegato che “tutto si è svolto nella massima trasparenza”: “Ho incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli”. Ma la versione non convince. I filmati mostrano Ghiglia entrare alle 15.35 e uscire alle 16.45: un’ora e dieci minuti dentro la sede del partito. Bocchino però al Fatto dice che l’incontro “è durato pochissimo, venti minuti al massimo”. Tanto che non si ricorda neanche il titolo del libro di Ghiglia che dovrebbe presentare. E allora dove è stato Ghiglia
per gli altri 50 minuti?
L’ufficio di Bocchino, direttore del Secolo d’Italia, è sullo stesso pianerottolo di quello di Arianna Meloni al secondo piano di via della Scrofa 39. “Dell’incontro di Ghiglia con Arianna io l’ho letto sui giornali di stamattina, io non li ho visti. Il mio è il penultimo ufficio in fondo a un lungo corridoio – racconta – sul lato sinistro del piano. Per andare da Arianna, Ghiglia deve attraversare tutto il palazzo e uscire sul pianerottolo”.
Un dettaglio non irrilevante, visto che i due piani sono divisi a metà: una parte ospita la Fondazione, l’altra è affittata a Fratelli d’Italia.
Bocchino conosce Ghiglia da quarant’anni, dai tempi del Fuan: “Eravamo dirigenti nazionali assieme – io a Perugia, lui a Torino. Lo conosco dal 1985”. Ne parla con la franchezza di chi lo ha frequentato a lungo: “Non è uno che si fa dettare la linea. Se provi a dirgli cosa deve pensare, ti tiene un’ora per spiegarti l’esatto contrario”. Conferma che l’incontro del 22 ottobre non fu casuale: “Era fissato in agenda per le 16. Dovevamo concordare la presentazione dei nostri libri”. Esclude però che si sia parlato di Report: “Assolutamente no. Anche perché io sono noto nel nostro ambiente come l’unico amico di Ranucci”.
Ma Bocchino dice anche di più, mostrando quanto la vicenda resti oscura anche in casa FdI. “Non so se la multa sia giusta o sbagliata, non mi intrometto, ma un docile ammonimento sarebbe bastato. Lo scontro non era la strada giusta e se poi c’è stata una discriminazione ai danni di Ranucci, me ne dolgo e la ritengo ingiusta. Sarebbe inaccettabile”. Un giudizio che – a quanto risulta al Fatto – coincideva con quanto Ghiglia aveva in mente prima di varcare quel portone. Il giorno dopo, però, voterà per la multa. E ora getta altra benzina sul fuoco: “Sono pronto a denunciare chi mi ha pedinato”. A un membro del Garante che non risponde ai giornalisti ma li minaccia, tocca anche ricordare che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni preventive né a censure” (art. 21 Cost.).
(da ilfattoquotidiano.it)
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