GIANNI MINA’: “PINO DANIELE E MASSIMO TROISI, COMPAGNI D’AVVENTURA DAL CUORE MATTO”
LEGATI DALL’ARTE, DALLA PASSIONE E DALLA SIMPATIA
“Massimo, ho scritto una canzone mi fai un film?”. Pino Daniele e Massimo Troisi. Due grandi artisti dal cuore matto. Due compagni di avventure artistiche uniti anche nella morte.
“O saie comme fa ‘o core”, era proprio uno dei testi che aveno scritto insieme.
“Erano legati dall’arte, dalla passione, dalla simpatia, dall’essere simboli della cultura napoletana che insieme sono riusciti a far conoscere a tutti. Ma anche la malattia cardiaca che li ha portati alla morte”.
Gianni Minà li ospitò in una puntata di “Alta classe”, organizzata per festeggiare Pino Daniele.
“Quella volta io e Pino – racconta Minà ad Huffpost – non potemmo far altro che ridere e ridere. E ridere ancora. Massimo prese in mano la situazione e iniziò a improvvissare”.
Quello che ne venne fuori fu uno dei momenti più intelligenti e ironici della televisione italiana.
Indimenticabile la battuta di Troisi sull’agenda del conduttore: “Minà chiama tutti, pure a Fidel Castro. E ‘o bell’ è che tutti gli rispondono! Per esempio, volete sapere comm’ è arrivato a me? Ha preso l’agenda e alla “t”, dopo i fratelli Taviani, Little Tony, Toquino ce steva Troisi…”.
Qual è il ricordo che ha di quella puntata di “Alta classe”?
“Quando programmammo le puntante di ‘Alta classe’ con Sergio Bernardini, pensammo subito a ospitare Pino Daniele con un partner come Massimo Troisi. I due erano così amici, che il cantante non avrebbe mai accettato l’invito se non ci fosse stato il suo compagno di ‘avventure artistiche’. Erano ragazzi del popolo, ma molto sofisticati. Non avevano l’abitudine di andare in trasmissioni televisive. ‘La televisione avvelena’ dicevano”.
Ma quella volta dissero di sì. E fu una delle sporadiche apparizioni televisive della coppia…
“Io e Pino non potemmo far altro che ridere. Le battute le diceva Massimo. Tra gag e situazioni esilaranti riuscivamo a stento a parlare. I due erano molto amici. E li univa anche un ‘cuore matto’. Soffrivano di cuore, tanto che si curavano nello stesso centro a Huston, in Texas. Ma il “cuore matto” era anche quello che batteva per la musica e per l’arte. Non erano intellettuali ma hanno contribuito a far esplodere la musica popolare napoletana e italiana. Bisogna dire grazie a questi artisti. Il blues jazz di Pino Daniele, il rock di Edoardo Bennato, la ricerca musicologica di Roberto De Simone, le jam session di James Senese, Tullio de Piscopo, percussionista per eccellenza. Il cinema di Massimo Troisi e il teatro di Lina Sastri, Beppe Barra, Leopoldo Mastelloni. Era la scuola napoletana che ha fatto epoca”.
Conserva un ricordo particolare di Pino Daniele?
Quando mi chiese un percussionista e io portai i bravissimi cubani Prof Augusto Enriquez and Iso Mambo Band. Per lui la musica era regina. Non si accontentava mai. Cercava sempre di alzare l’asticella. Era meticoloso e sereno. Diceva che bisogna sempre dare il meglio, con una qualità superiore perchè altrimenti si tradisce il pubblico. Una frase meravigliosa di un uomo che viene da popolo”.
(da “Huffingtonpost“)
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