GIORGIA MELONI HA VISTO I SONDAGGI SUL SALARIO MINIMO E, DATO CHE PENSA SOLO AI VOTI, APRE AL CONFRONTO
LA RILEVAZIONE DI NOTO: I FAVOREVOLI AL SALARIO MINIMO HANNO RAGGIUNTO IL 70% (IL 60 TRA GLI ELETTORI DELLA MAGGIORANZA)
Più se ne parla e più la proposta dell’introduzione di una soglia minima salariale risulta convincente per gli italiani. A 20 giorni di distanza dalla prima analisi, condotta sul tema dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica , i favorevoli al salario minimo sono aumentati di ben 6 punti percentuali e hanno raggiunto il 70%.
Il corto circuito maggiore si registra però all’interno del centrodestra: a fronte di una dirigenza ancora fortemente contraria emerge altresì la chiara maggioranza degli elettori di Forza Italia (62%), Lega (60%) e Fratelli d’Italia (60%) a sostenere la quota minima. Un risultato, questo, che si registra anche all’interno dell’elettorato di Italia Viva (60%) che tra i partiti di opposizione è quello contrario alla soglia legale.
La chiusura al dialogo non sembra aver pagato, né le motivazioni utilizzate da chi non è favorevole hanno convinto quella parte prevalente di elettori di centrodestra che invece propende per l’introduzione del salario minimo.
Questo vuol dire che se i partiti della maggioranza di governo, e Renzi, vogliono essere convincenti nei confronti dei propri votanti nel contrasto ad una retribuzione minima garantita, devono adottare una strategia di comunicazione rinnovata negli argomenti.
Al momento infatti i temi e le “parole d’ordine” utilizzati non hanno inciso nel cambiamento di opinione sia della maggioranza degli elettori del centrodestra che della popolazione complessivamente. Per esempio sono aumentati gli italiani (dal 54 al 58%) che ritengono utile stabilire una soglia minima anche se nel mercato sono prevalenti i lavoratori che guadagnano più di 9 euro l’ora.
È addirittura il 10% in più, dal 36% al 46%, ad escludere il rischio che con il salario minimo cipossa essere un adeguamento al ribasso dei compensi o che venga meno la contrattazione collettiva. Solo 20 giorni fa su questo punto l’opinione pubblica era divisa a metà.
Aumentano anche coloro che non pensano che la soglia minima possa generare disoccupazione e lavoro nero: dal 49 al 54% in 3 settimane. Tra l’altro in questo periodo è incrementata anche la quota di chi preferisce il salario minimo legale (dal 56 al 68%) all’alternativa di determinare il compenso attraverso la contrattazione fra imprese e sindacati (dal 37 al 22%).
Determinare il trend in crescita a favore dell’introduzione della soglia legale potrebbe aver contribuito anche l’apertura al dialogo della presidente Meloni che si è dichiarata adesso disponibile ad un confronto con le opposizioni
(da agenzie)
Leave a Reply