GIUSTIZIA, I DIKTAT DI BERLUSCONI, ORLANDO: “NON CEDIAMO”
OGGI GLI INCONTRI COI PARTITI SULLA RIFORMA CHE ANDRà€ IN CDM VENERDàŒ: SU FALSO IN BILANCIO E RESPONSABILITà€ DELLE TOGHE SI VA ALLO SCONTRO
Sarà un percorso tortuoso quello che dovrà affrontare il ministro Andrea Orlando per portare a casa la riforma della giustizia.
Gli sgambetti li tenderanno i forzisti, fonti di via Arenula fanno sapere che su prescrizione, intercettazioni e falso in bilancio il governo andrà dritto per la sua strada: a questo punto ci si chiede se non sarà la giustizia il tema che metterà a repentaglio quel “Patto del Nazareno” che tiene in piedi il governo Renzi.
Forza Italia sembra bipolare: se da una parte fa sapere — informalmente ai giornali e ufficialmente attraverso Il Mattinale — che non ostacolerà Renzi (soprattutto per salvaguardare le aziende di famiglia, dicono i maligni), dall’altra, sul tema giustizia, cerca lo scontro.
I forzisti non hanno alcuna intenzione di cedere nè sulla prescrizione nè sul falso in bilancio e si dicono scettici per la scelta di Orlando di rinviare la discussione sulle intercettazioni in ottobre, dopo un incontro con i rappresentanti della stampa.
Ieri il Guardasigilli ha incontrato il presidente dell’Unione Camere Penali (gli avvocati), Valerio Spigarelli: “Non è una vera riforma della giustizia: mancano interventi che assicurino la terzietà del giudice, un efficace controllo sull’obbligatorietà dell’azione penale, oltrechè un corretto rapporto tra il giudiziario e gli altri poteri dello Stato”.
In maniera informale, ieri, Orlando ha visto pure il segretario dell’Anm, Maurizio Carbone, che ha assunto una linea più attendista.
Oggi però si entra nel vivo: ci saranno le consultazioni con le forze politiche.
Per Ncd ci sarà il senatore Nico D’Ascola, per FI Giacomo Caliendo, che getterà sul tavolo le proposte targate Arcore.
Si comincia dalla prescrizione: per i forzisti è un problema relativo. Tradotto: lasciamola così com’è. Orlando invece prevede di bloccarla dopo la sentenza di primo grado.
Anche sulla responsabilità dei magistrati, Forza Italia ha una posizione di rottura: vuole una forma di responsabilità diretta, che dia la possibilità al cittadino di rifarsi direttamente sul magistrato in caso di dolo.
In via Arenula, invece, dicono che il massimo è quella “indiretta”, che prevede la possibilità di chiedere il risarcimento allo Stato, che a sua volta può rifarsi sul giudice. Altri punti di disaccordo sono il falso in bilancio e l’auto-riciclaggio: quanto al primo, i forzisti ritengono sia giusto creare una netta distinzione tra chi voleva “effettivamente” truccare i bilanci e chi invece ha semplicemente sbagliato a compilarli.
“Si tratta di stabilire uno strumento che non rischi di avere come effetto la paralisi — spiega Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera — Prima cerchiamo di liberare le imprese e poi diamo alle Procure il potere di penalizzarle sul piano formale”.
Allo stesso modo, lungi da loro l’auto-riciclaggio: “Si rischia che per un furto la pena prevista sarà di tre anni, per l’auto-riciclaggio dodici”, tuona Carlo Sarro, vicepresidente della commissione Giustizia.
Ma c’è di più, perchè sul tavolo del ministro, gli azzurri vogliono portare il loro vero cruccio, la custodia cautelare.
E qui le proposte possono essere addirittura bizzarre: far scattare le manette solo in casi estremi, trasformando “la carcerazione preventiva in un’eccezione”.
“Così — commenta Sarro — come nel codice dell’88, ci sia un regime residuale, da applicare solo in casi estremi”.
Questo chiede Forza Italia, ma fonti del ministero della Giustizia fanno sapere che “non se ne parla di cedere a compromessi”: “Limature e migliorie sono ben accette, riscritture assolutamente no”.
Al grado zero, invece, sono i rapporti tra Andrea Orlando e il Movimento 5 Stelle, che – ha ribadito ieri Grillo — non parteciperà alle consultazioni: “Una riforma fatta su misura per i ladri — attacca il blog pentastellato — i cui obiettivi sono la separazione delle carriere, l’abolizione della obbligatorietà dell’azione penale, la responsabilità diretta dei magistrati, la proibizione della pubblicazione delle intercettazioni e la riduzione dei tempi di prescrizione”.
Non esattamente il programma del ministro, quello illustrato dal leader M5S: di molte delle cose denunciate finora non s’è parlato, la responsabilità è indiretta e la nuova disciplina sulle intercettazioni rinviata.
Valeria Pacelli
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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