GLI ALLARMI INASCOLTATI DI SAN LORENZO, SCARICABARILE TRA PREFETTURA E COMUNE
TUTTI SAPEVANO MA NESSUNO E’ MAI COLPEVOLE, E’ SEMPRE COLPA DI ALTRI
Dunque la prefettura conferma che da mesi, come ricostruito dall’HuffPost, la situazione di grave degrado di San Lorenzo era oggetto delle riunioni dell’Osservatorio per la sicurezza, l’organo che la Prefettura riunisce ogni tre settimane alla presenza delle forze dell’ordine, il gabinetto del sindaco e i dipartimenti di volta in volta coinvolti. Il che conferma una attenzione e una consapevolezza del problema.
È in quella sede che il presidente del Municipio Francesca Lo Bello, in tutte le riunioni a partire dal 27 marzo, più volte, sottolinea una situazione di allarme di un quartiere diventato una enorme area di spaccio.
Che rimaneva tale anche dopo gli interventi posti in essere di cui parla la prefettura: “i servizi straordinari di controllo” e “l’implementazione con l’utilizzo del personale interforze, del nucleo antisofisticazioni dei carabinieri e della polizia locale di Roma”. Perchè non sono serviti i video girati dai piani altri di via dei Lucani e portati alle forze dell’ordine nè gli sgomberi che pur sono stati effettuati dal commissario di zona in questi mesi.
Il giorno dopo gli sgomberi, hanno raccontato in questi giorni gli abitanti di San Lorenzo, ci si ritrovava punto e a capo: un quartiere diventato una casbah dello spaccio.
È chiaro che il degrado di un quartiere non è solo questione di sicurezza e polizia: c’è un problema più ampio e complessivo di “governo”, inteso come piano urbano, verde, riqualificazione degli spazi, ricostruzione delle reti sociali.
Questione che riguarda, a tutti i livelli, la politica, il sindaco in primis.
E, al tempo stesso, riguarda un rapporto virtuoso con le istituzioni e tra le istituzioni. In questa vicenda però c’è uno specifico drammatico che riguarda la sicurezza.
La documentazione pubblicata — i verbali dell’Osservatorio sulla sicurezza – racconta di una sequenza allarmi e segnalazioni alle autorità preposte alla sicurezza, in particolare Comune e Prefettura.
Ovviamente è una documentazione non completa. E sarebbe possibile completare questa storia con altri documenti.
L’incrocio con la versione fornita della Prefettura pubblicata da HuffPost lascia al momento immutate alcune domande su eventuali sottovalutazioni compiute.
In particolare su una richiesta specifica di un tavolo tecnico, firmata in data 10 maggio dalla presidente Del Bello e dall’assessore all’Ambiente Rosario Fabiano del 10 maggio
“Gentile prefetto,
nell’allegare alla sua cortese attenzione il verbale e i rilievi fotografici del sopralluogo congiunto svoltosi lo scorso 4 maggio 2018 alla presenza anche dei funzionari del Commissariato di P.S. San Lorenzo si chiede, riscontrati i seri motivi di ordine e sicurezza pubblica, di voler convocare con cortese urgenza, un tavolo tecnico al fine di pianificare ed organizzare tutti gli interventi ad una bonifica complessiva del sito in questione”.
La richiesta, che l’HuffPost ha pubblicato, nasce proprio dalla consapevolezza che gli interventi posti in essere fino a quel momento non sarebbero stati risolutivi.
Il 2 maggio era stato deciso il sopralluogo con le forze dell’ordine per pianificare un intervento di “bonifica”, perchè i “58 controlli strumentali hanno fatto emergere irregolarità a San Lorenzo” e per “attuare una bonifica complessiva per motivi di ordine e sicurezza”.
Proprio a seguito di questo sopralluogo, effettuato poi il 4 maggio con la polizia locale, si decide di scrivere alla prefettura affinchè sia convocato un tavolo tecnico. Sono chiari i termini della questione: la bonifica sarebbe stata fatta il 6 giugno, ma era chiaro si sin da maggio che non sarebbe stata sufficiente.
È una misura tampone, ma secondo la presidente di Municipio serve un intervento più strutturale che preveda un pieno coinvolgimento della prefettura. E del Comune. Ad esempio per procedere ad abbattimenti dei ruderi trasformati in giacigli di spacciatori.
Quel tavolo invece non viene mai convocato.
Il che rende legittima la domanda: perchè?
Forse si è ritenuto che non fosse lo strumento necessario, o forse perchè si riteneva fosse superfluo, o semplicemente per una sottovalutazione?
È comunque uno snodo importante da chiarire. Perchè, da questa ricostruzione, già emerge un diverso accento di responsabilità .
Il Municipio, di fatto, lamenta un deficit sul terreno della sicurezza. La Prefettura insiste sul degrado. E nella sua versione, molto istituzionale e prudente, non specifica come e quanto sia stato potenziata la sicurezza: gli arresti fatti, le pattuglie in più mandate, che cosa cioè significhi quell'”implementazione” accennata.
Si fa invece riferimento alla riunione del 24 ottobre, dopo la monte di Desirèe, alla presenza del ministro dell’Interno, del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che ha deciso l’avvio di un cronoprogramma per gli sgomberi degli immobili occupati a Roma e si è ribadita “la necessità di un lavoro sinergico tra l’amministrazione capitolina e la macchina della sicurezza”.
Alla riunione hanno partecipato il prefetto di Roma, i vertici delle forze di polizia, il sindaco di Roma accompagnato dall’assessore alle Politiche sociali e all’urbanistica.
“Lavoro sinergico”. Proprio questa formula lessicale rende legittimi interrogativi sulla sinergia che si è sviluppata finora, tra le strutture preposte alla sicurezza nel loro insieme e con l’amministrazione.
E, al livello superiore, col Viminale: il ministro era a conoscenza della situazione a San Lorenzo e dei ripetuti allarmi arrivati in prefettura e al Comune?
È una verifica di responsabilità che, in quanto ministro incarica, ora lo riguarda e lo investe.
(da “Huffingtonpost”)
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