GLI ITALIANI, UN POPOLO DI IMBELLI, SONO “STANCHI” DELLA GUERRA IN UCRAINA, MANCO LA COMBATTESSERO LORO: PER IL 41,9% IL DONBASS È “SACRIFICABILE” (E GRAZIE AL CAZZO: NON E’ UNA TERRA DI LORO PERTINENZA)
IL 63,2% DEGLI ITALIANI CONSIDERA TRUMP “AUTORITARIO”, MA IL 37,6% VEDE POSITIVAMENTE IL SUO RUOLO NELLE CRISI IN UCRAINA E GAZA (DELLA SERIE: TOGLICI LE ROTTURE DI COJONI)
Gli italiani appaiono sempre più stanchi della guerra e confidano che Zelensky chiuda
l’accordo con Putin anche a costo di dover cedere parte dei territori occupati
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la cancellazione dell’incontro con Vladimir Putin a Budapest, dichiarando di non voler «una riunione persa» e precisando che non ci sono nuovi piani per un vertice nel prossimo futuro.
Parallelamente, da Kiev sono giunti segnali di maggiore apertura: il presidente Volodymyr Zelensky ha manifestato la disponibilità a considerare una tregua che congeli la situazione attuale sul fronte, mantenendo cioè le linee di contatto secondo i territori attualmente occupati, ribadendo con fermezza che l’Ucraina non cederà la propria sovranità.
Tuttavia, a complicare ulteriormente il quadro, un nuovo attacco russo ha colpito un asilo nella città di Kharkiv, provocando un morto e 6 feriti, tra cui bambini. Nella stessa settimana, Trump ha pubblicato su Truth Social nuove dichiarazioni critiche nei confronti di Zelensky, accusandolo implicitamente di ostinazione e spingendolo – secondo indiscrezioni – ad accettare una cessione del Donbass alla Russia per «evitare ulteriori bagni di sangue».
Una proposta priva di formalità istituzionale, ma che ha suscitato un ampio dibattito in Italia
Sollecitati su tutti questi avvenimenti in un sondaggio condotto da Only Numbers, il 41,9% degli italiani ritiene che Zelensky avrebbe dovuto accettare l’accordo suggerito da Trump.
Tra questi, il 91,8% avrebbe giustificato la scelta come un sacrificio necessario per fermare una guerra che appare sempre più senza via d’uscita.
Sul fronte opposto, invece, il 36,2% degli intervistati si è schierato con i contrari, giudicando inaccettabile una trattativa che implichi la cessione di territori conquistati con la forza e sospettando un’intesa diretta tra Trump e Putin, che escluderebbe l’Ucraina, la reale parte lesa del conflitto.
Tra chi si oppone, il 59,9% teme, inoltre, che un simile accordo possa rientrare nella strategia a lungo termine di Mosca per recuperare territori dell’ex Unione Sovietica.
Con il senno del poi, tutto sembra andare proprio in questa direzione. Interessante anche il giudizio sul comportamento dello stesso Trump: il 63,2% degli italiani lo considera “autoritario”, mentre, tolto il 15,4% che non sa esprimersi nel merito, il 21,4%, pur attribuendo le sue dichiarazioni al suo “stile politico”, mantiene un atteggiamento critico e diffidente.
La figura del presidente americano ancora una volta, polarizza e sorprende. Nonostante le critiche, il 37,6% degli italiani vede positivamente il suo ruolo nella gestione di crisi come quella in Ucraina e a Gaza, a differenza del 31,4% che lo giudica negativamente. Il 15,4% lo ritiene ininfluente, una quota che sale tra gli elettori del Partito Democratico (uno su 5).
I dati, chiaramente, riflettono forti spaccature politiche: l’area di
centrodestra e i partiti di governo propendono per una visione positiva del ruolo di Trump, mentre il 46,9% degli elettori di opposizione esprime un giudizio negativo, sottolineando la pericolosità di affidare al presidente americano, con relazioni che appaiono ambigue con il Cremlino, il compito di mediare una pace così complessa.
Il sostegno di una parte di italiani a Trump non sembra derivare tanto da una valutazione razionale delle sue politiche, quanto da una somma di percezioni: forza, autenticità, pragmatismo e anti-establishment… Molti cittadini lo leggono come “un male necessario”, o come l’unico che osa dire ciò che gli altri non dicono, anche se questo significa spingersi oltre i limiti della diplomazia per sollecitare delle reazioni.
In conclusione, è davvero complicato – e oserei dire impossibile – imporre la pace. In questo contesto, la proposta – o pressione – di Trump appare più come un’operazione politica che una reale iniziativa di pace.
Alessandra Ghisleri
per “la Stampa”
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