I CONVERTITI: DOPO 35.000 MORTI IN DUE MESI PER COVID ADESSO ANCHE I GOVERNATORI LEGHISTI HANNO CAPITO CHE SERVE IL LOCKDOWN
LO AVESSERO FATTO DUE MESI FA PER DUE/TRE SETTIMANE ORA NE SAREMMO FUORI
Continua il confronto sulle nuove misure anti Covid che dovrebbero regolare riunioni familiari,
aperture e spostamenti nel periodo natalizio: al braccio di ferro tra i rigoristi che chiedono la zona rossa almeno nei festivi — i ministri Speranza, Boccia e Franceschini — e Conte, che si accontenterebbe di istituire la zona arancione in tutta Italia perchè “le misure stanno funzionando”, si sono uniti adesso i governatori.
Sono soprattutto i leghisti a invocare una zona rossa nazionale, e subito.
Primo tra tutti il presidente Luca Zaia, perchè in Veneto i numeri fanno rabbrividire
All’appello sulla linea rigorista del governatore veneto, quella del lockdown nazionale immediato, si sono uniti gli altri presidenti regionali in quota Lega, Massimiliano Fredriga e Maurizio Fregatti (presidente del Trentino Alto Adige).
Con loro anche il governatore del Molise di Forza Italia Donato Toma (Fi) e Nicola Zingaretti, d’accordo con l’idea di far rientrare “al più presto” l’Italia in zona rossa. Proprio il governatore della Regione Lazio ha condiviso sulla sua pagina Facebook le parole del ministro Franceschini.
“È tempo di scelte rigorose di governo e parlamento, solo regole più restrittive durante le festività potranno evitare una terza ondata di contagi. Per noi che abbiamo responsabilità istituzionali è un dovere intervenire oggi senza esitazioni per salvare vite umane domani”, ha scritto il ministro per i Beni Culturali.
Più flessibili Attilio Fontana e Alberto Cirio, che si sono detti disponibili a una stretta, ma senza l’intransigenza che pretendono i leghisti.
(da agenzie)
Leave a Reply