I GENITORI DEVONO PAGARE 15.000 EURO PERCHE’ IL FIGLIO E’ MALEDUCATO E VIOLENTO
OMESSA VIGILANZA E CARENZE EDUCARTIVE SONO CONTEMPLATE ALL’ART 2048 DEL CODICE CIVILE
Condannati per «deficit educativo», ovvero per non aver impartito un’educazione adeguata al figlio. È questa la motivazione alla base della sentenza del Tribunale civile di Napoli, che ha imposto a due genitori il pagamento di 15mila euro a titolo di risarcimento per i danni causati dal loro figlio minorenne, autore di una brutale aggressione a un suo coetaneo. I fatti, riporta il Mattino, risalgono a qualche anno fa: un gruppo i adolescenti, nel centro storico di Napoli, aggredì due coetanei senza alcuna ragione apparente. Uno dei ragazzi colpì la vittima con un oggetto contundente, provocandole lesioni permanenti al volto. Dopo le condanne penali, il caso è passato in sede civile per valutare i risarcimenti.
L’omessa vigilanza e le carenze educative
La giudice Barbara Di Tonto ha riconosciuto in questa sede responsabilità dei genitori all’articolo 2048 del Codice civile, che prevede che madre e padre possano essere chiamati a
rispondere per i danni causati dai figli minorenni, sia per omessa vigilanza sia per carenze educative. Proprio su questo secondo punto si è concentrata la decisione della magistrata, che ha ritenuto l’educazione impartita inadeguata, nonostante il contesto familiare apparentemente «normale», perfettamente integrata ne tessuto sociale della città.
Le motivazioni della condanna
«L’aggressione perpetrata dal minore ai danni di un suo coetaneo senza apparente motivo o comunque per motivi futili – scrive la giudice -, con efferata violenza, sintomatica di un’indole assai deviata, realizzata mediante il ricorso a uno strumento contundente idoneo finanche a provocare la morte della persona offesa, sono modalità di per sé sole idonee ad attestare l’inadeguatezza dell’educazione impartita in famiglia». Anche la possibilità per i genitori di sostenere di aver fatto il possibile, secondo la sentenza, non regge di fronte alla gravità delle modalità dell’atto. «Tali modalità attestano di per sé l’insufficienza dell’educazione ricevuta». Una decisione che la presidente del Tribunale dei Minorenni di Napoli, Paola Brunese, definisce «giusta e ineccepibile», sottolineando l’importanza di richiamare le famiglie alle loro responsabilità educative. «L’articolo 2048 del Codice civile è chiaro – spiega – ma troppo spesso viene ignorato o sottovalutato».
(da agenzie)
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