I RAGAZZI STIANO A CASA E NON SI IMPICCINO DI COSE CHE NON LI RIGUARDANO
SI ISCRIVINO AL LICEO MADE IN ITALY E SCRIVANO LETTERINE PATRIOTTICHE
Risparmio le ovvietà contro le brutalità poliziesche dei giorni
scorsi. A parte i leghisti, che sono sempre in prima fila quando si tratta di esaltare i modi bruschi e la giustizia sommaria (la Lega resta pur sempre il partito del cappio in Parlamento e dei sindaci e deputati pistoleros), tutti o quasi sono d’accordo nel sostenere che la polizia, in una democrazia, deve cercare di darsi criteri democratici.
I celerini di Scelba erano i figli di un’altra Italia: nei Cinquanta e nei Sessanta si sparava sui cortei degli operai e dei braccianti. Qualche passetto in avanti lo abbiamo fatto, teniamocelo stretto.
Né vale, come alibi politico di chi alza le mani indossando una divisa, l’idea che i ragazzi in corteo siano “estremisti”, e gridino cose sconvenienti.
Ma è raro, da che mondo è mondo, che i cortei siano azzimati, gli slogan equilibrati e i manifestanti non calpestino le aiuole. Specie se si è ragazzi, il tempo a disposizione per diventare conformisti è ancora tanto. Gestire l’emotività della piazza non è facile, ma è uno dei compiti fondamentali delle forze dell’ordine. Sono anni che si sente dire: i giovani se ne fregano della politica, sono chiusi in casa a cincischiare con i social, non hanno più passioni e idee forti…
Certo, se quando poi mettono il naso fuori li manganellano, non c’è molta speranza di invertire la tendenza; o meglio, significa che la vera speranza di molti adulti è che rimangano in casa e non si impiccino di cose che non li riguardano.
Si iscrivano al liceo del Made in Italy (fiasco totale) e scrivano letterine patriottiche. Invece di fare politica facciano regime, e più nessuno si farà del male.
(da repubblica.it)
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