I VENTI “RESPONSABILI” GIA’ LITIGANO TRA LORO: LA RUOTA DI SCORTA DI SILVIO SI E’ GIA’ AFFLOSCIATA
LA CREAZIONE DI UN GRUPPO PARLAMENTARE AUTONOMO DEI VENTI DEPUTATI DEL GRUPPO MISTO CHE HANNO SALVATO IL GOVERNO E’ GIA’ A RISCHIO… TUTTI SI SENTONO LEADER E IL FACCENDIERE EX FINIANO MOFFA NON LO VOGLIONO: LUI IN FONDO SI E’ SOLO ASTENUTO, NON HA VOTATO PER IL GOVERNO… IN BALLO CI SONO SOLDI, UFFICI E PERSONALE DA SISTEMARE
Berlusconi ostenta sicurezza quando dice che ce la farà a governare per tutta la legislatura.
E quindi l’interrogativo è: come?
Come può una maggioranza che il 14 dicembre ce l’ha fatta per il rotto della cuffia pensare di tener duro per altri due anni?
Il tam-tam è sempre il solito: altri parlamentari sarebbero in procinto di passare dall’opposizione al soccorso della maggioranza.
Se non direttamente nel Pdl, in un gruppo neonato, una sorta di stanza di compensazione.
Nei giorni scorsi si sono visti in venti, tutti deputati del Gruppo misto, tutti quelli che hanno votato la fiducia al governo, più Silvano Moffa che il 14 è stato l’unico ad astenersi, e hanno programmato i prossimi passi.
Tra loro si chiamano i «Responsabili».
Come primo obiettivo, c’è la voglia di costituire un gruppo parlamentare autonomo, con un proprio capogruppo, un simbolo, e un notevole peso nei lavori parlamentari.
A costituire un gruppo, infatti, s’ottengono contributi economici, si possono assumere segretarie e collaboratori, si ha diritto a un ufficio, si partecipa alle riunioni sul calendario dell’Aula.
Ma c’è un ma. Tra i venti deputati del Misto praticamente tutti si ritengono capigruppo in pectore.
E così i personalismi rischiano di rendere molto più accidentato il cammino dei «Responsabili».
«Non essendoci alle spalle un partito, nè un leader naturale, costruire l’organigramma del futuro gruppo sarà un’impresa meno facile di quanto si pensi», spiega un deputato che ci tiene all’anonimato.
«E di sicuro non sarà Silvano Moffa, l’ex finiano, che non potrà avere tutto quel ruolo che gli accreditano i giornali».
Già , Moffa. In Parlamento, nei corridoi, in diversi spiegano che siccome Moffa è l’unico tra i venti a non avere votato la fiducia al governo e che il suo «strappo» s’è fermato a metà strada, è assai difficile che altri, che si sono esposti molto più di lui al momento del voto, accetteranno di sottoporsi alla sua leadership.
Si aggiunga che Moffa a caldo aveva immaginato di poter attrarre a sè diverse «colombe» del Fli, allontanandole da Fini e riportandole nell’alveo della maggioranza, e per questo motivo era stato persino immaginato uno slogan («Nè con Fini, nè con Berlusconi»).
La strategia, però, a quanto pare, non sta funzionando.
E immediatamente il peso politico di Moffa è calato.
Le Festività , in ogni caso, hanno congelato ogni movimento in Parlamento. Tutti quanti, a destra come a sinistra, ipotizzano che i movimenti non siano finiti qui.
Ma il pallino di ipotetiche trattative è tutto nelle mani del Cavaliere, così come le aperture a Casini.
E intanto Pier Ferdinando se n’è andato in vacanza due settimane lontano dall’Italia.
Se i 35 deputati dell’Udc davvero andranno a rinforzare la maggioranza, ebbene, la legislatura potrà davvero ripartire.
Altrimenti, addio aiuti episodici dell’Udc, come accade ora, e addio legislatura.
Francesco Grignetti
(da “La Stampa“)
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