IGNAZIO LA RUSSA, ECCO L’OPPOSIZIONE A BERLUSCONI
PRIMA E’ STATO INSERITO CON UN ESCAMOTAGE DAL PDL CHE GLI HA CEDUTO UN POSTO E POI E’ STATO NOMINATO PRESIDENTE DELLA COMMMISSIONE PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE
Più che un inciucio, stavolta si tratta di una mascherata.
Nel senso che partiti di maggioranza mascherati da opposizione tentano di ottenere (e in alcuni casi ottengono) prestigiose poltrone di presidenze di commissioni attraverso scandalosi tatticismi.
Così, mentre al Senato volavano gli stracci sulla Giunta per le autorizzazioni dopo che il Fatto ha svelato l’intenzione del Pdl di giocare sporco per tutelare Berlusconi spingendo per una presidenza a Raffaele Volpe della Lega (la decisione, visto il caos, è stata rinviata “a data da destinarsi”), alla Camera andava in scena una performance degna della peggior Prima Repubblica.
Complice anche un’inesperta Laura Boldrini, che si è prestata al gioco, il Pdl ha ceduto un seggio della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio a Fratelli d’Italia, nella persona di Ignazio La Russa, che altrimenti non avrebbe avuto diritto ad avere un proprio componente nell’organismo di garanzia.
Il fatto è che questo “passo indietro” del Pdl, giustificato nella Conferenza dei capigruppo come magnanimo atto di apertura alla rappresentatività di chi, altrimenti, non ci sarebbe stato, ha consentito ai berlusconiani di ottenere per l’amico di sempre ex ministro della Difesa dell’ultimo governo del Cavaliere, prima uno scranno, poi niente di meno che la presidenza della medesima Giunta.
La Boldrini, che ha consentito tutto questo, si è auto assolta, sostenendo che far posto a La Russa, in prima battuta, non avrebbe determinato una alterazione significativa della rappresentanza degli arcoriani nell’organismo di garanzia (che passava così da 3 componenti a 2), nè si determinava un disequilibrio tra maggioranza, con 14 seggi, e opposizione, a cui spettano 7 seggi.
Il problema non era certo questo, ma in Presidenza della Camera si sono comunque affrettati a giustificare che si è trattato di una concessione del tutto eccezionale in quanto avanzata in fase costituente dell’organismo.
Se fosse stato dopo, sarebbe stata considerata illecita.
Peccato che a loro (il Pdl) servisse proprio in questa fase e solo per dare ad una figura amica un ruolo tanto delicato: “Sono molto soddisfatto — ha infatti commentato, gaudente, lo stesso La Russa — spero di ricambiare la fiducia che gli altri gruppi mi hanno dato riconoscendo la mia esperienza e competenza nella materia, essendo io avvocato”.
La sostanza politica è evidente: le Giunte per le autorizzazioni, nell’ottica del Pdl e in entrambi i rami del Parlamento, servono soprattutto a fare scudo ai parlamentari di area implicati in procedimenti giudiziari, in odore di condanna o già condannati e in attesa della definizione dei processi in Cassazione.
E se La Russa dovrà fare da scudo a personaggi come Antonio Angelucci, Debora Bergamini, Luigi Cesaro, Raffaele Fitto e Daniela Santanchè, di sicuro la presidenza della Giunta del Senato è una poltrona da non mollare per nessun motivo, visto il calibro degli elementi da tutelare.
Da Verdini e Schifani, da Tremonti a Formigoni sono tanti i senatori di “peso” sugli scranni di Palazzo Madama.
Soprattutto, buon ultimo, Berlusconi in persona, che presto potrebbe essere condannato in via definitiva con annessa interdizione dai pubblici uffici, fatto che darebbe alla Giunta l’arduo compito di rallentare il più possibile la presa d’atto della sua (ovvia) decadenza da parlamentare con relativa incandidabilità a vita.
Ecco perchè non si può certo lasciare ad un grillino come Michele Giarrusso o come Dario Stèfano di Sel la suddetta carica.
Di qui una guerra intestina, con gli uomini di Vendola decisi a non mollare e la Lega sulle barricate.
Oggi il prossimo round.
Sara Nicoli
(da “il Fatto Quotidiano“)
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