IL BACIO ALLA FIDANZATA SOTTO GLI OCCHI DELLA MELONI: “QUANDO SI E’ FELICI SI CORRE DA CHI SI AMA, PER QUALCHE UOMO E’ ANCORA UN FATTO STRAODINARIO. PER FORTUNA NOI DONNE SIAMO MOLTO PIU’ AVANTI”
CHI E’ ALICE BELLANDI, ORO DI JUDO: I GOL NEI PULCINI DEL BRESCIA, IL TATAMI. LA BULIMIA E LA DEPRESSIONE, L’AMORE PER JASMINE
Alice che menava i bambini ha trovato da sola la cura per sé stessa. Adesso è sul tatami che piange quando capisce che questa volta ha vinto, adesso bacia con trasporto la sua fidanzata Jasmine Martin sotto agli occhi di Giorgia Meloni, adesso guarda la medaglia d’oro e si commuove di nuovo, perché ancora non ci crede, che è tutto vero.
E tutti quelli che la guardano, sorridono, per questo impasto di naturalezza e forza, che sembra infine liberata. «Quando ero all’asilo, mia madre mi portò in palestra per incanalare la mia aggressività, che atterriva le maestre. A dieci anni poi il Brescia femminile di calcio mi propose un provino perché facevo un sacco di gol. Ma io non mi presentai. Avevo già deciso. Volevo fare la judoka».§Era una predestinata che non arrivava a destinazione. Alice Bellandi da Brescia ha trovato l’indirizzo giusto nel palazzetto provvisorio ai bordi dei Campi di Marte, battendo quattro avversarie, soffrendo solo nei primi due minuti della finale contro l’israeliana Inbar Lanir, che aveva dalla sua parte il pubblico. E salvando così la spedizione italiana di judo, che era arrivata a Parigi con aspettative molto alte, andate tutte deluse. Tranne una. «Ci aspettavamo qualcosa di diverso, e sono contenta di avere in qualche modo reso migliore il bilancio».
La scoperta della sua sessualità è stata forse la parte più facile del suo viaggio. A quindici anni, l’amicizia molto forte con una ragazza divenne una storia. I suoi genitori lo capirono da soli. «L’amore è amore, basta che ci sia» le dissero, ed è una frase che Alice si è sempre portata dietro, non è un caso che la ripeta adesso, con la medaglia d’oro al collo e intorno a sé la curiosità dei giornalisti di mezzo mondo.
«Ho baciato la mia fidanzata perché quando si è felici, è normale baciare le persone che ami. È un gesto normale, che purtroppo qualche uomo considera ancora straordinario. Ma noi donne siamo molto più avanti, per fortuna».
La musica che esce dagli altoparlanti arriva fin nella zona mista. Felicità, in omaggio all’ambasciatore della Federazione Internazionale di judo Albano Carrisi, presente in loco. Certo, ma quanta strada per arrivarci. «Tre anni fa, a Tokyo, uscii dalla sala dell’antidoping e non trovai nessuno ad aspettarmi». Era andata male, un quinto posto come conseguenza di un mezzo furto. Ma non è di sport che sta parlando. Quella medaglia al collo è frutto del suo andare in direzione ostinata e contraria, sostenendo che era lei, e non altri che decidevano per lei, a sapere quel che era meglio per la sua carriera e la sua vita. Gareggiava nei 70 chili. Per stare nel peso, era scivolata nella depressione e nella bulimia. In un certo senso, si salvò con il lockdown della pandemia. «Durante quei mesi di sosta forzata, capii che avevo un problema, e che non dovevo vergognarmi a chiedere aiuto».
Nella solitudine dello spogliatoio di Tokyo, scelse di mettere fine in modo definitivo a quel corto circuito, mangiare e colpevolizzarsi, fino a sentirsi perduta. «Sono passata ai 78 chili, anche se molti intorno a me erano convinti che non fossi all’altezza. Ma sono abituata a convivere con chi mi parla alle spalle. Intanto, avevo accettato il mio corpo, mi sentivo più libera. Sentivo che senza problemi di peso avrei trovato la sicurezza e la fiducia in me stessa che mi hanno accompagnato fin qui a Parigi». Anche per questo, prima Alice Bellandi dedica il suo oro al mondo intero, alla sua squadra, agli amici, eccetera.
Poi ci ripensa. «A me stessa, perché me lo merito più di tutti». Evviva la sincerità. E poi, come dice lei, l’impossibile non esiste. Dopo aver visto il rapper americano Snoop Dogg farsi un selfie con Albano al bordo del tatami, anche noi ne siamo sempre più convinti.
(da il Corriere della Sera)
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