IL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA VASSALLO: “BOCCHINO VICINO AI CASALESI, CON LUI ANCHE COSENTINO E LANDOLFI”
IL TESTO INTEGRALE DELL’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CUI IL PENTITO LI NOMINA COME REFERENTI DEL CLAN DEI CASALESI
Qualche big della destra accostato ai clan.
È il contenuto bollente della testimonianza del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo.
Al processo in corso a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a carico di Nicola Cosentino, il pentito, nella seconda udienza fiume dedicata al suo esame dopo quella del 22 aprile 2013, ha parlato dei rapporti tra i Casalesi e la politica.
Il suo racconto è stato ricco di «non ricordo», tanto che il pm della Dda Alessandro Milita è stato costretto a leggergli numerosi passi degli interrogatori resi dopo l’inizio della collaborazione (2008).
«In uno degli incontri che ebbi con Raffaele Bidognetti (figlio del boss Francesco Bidognetti ed ex reggente del clan, ndr), quando era latitante, era il 2007, lui mi fece i nomi di quattro politici che erano vicini alla nostra organizzazione. Si trattava di Nicola Cosentino, Gennaro Coronella, Mario Landolfi e Italo Bocchino».
Riportiamo integralmente l’ordinanza cautelare emessa dal GIP Dr. Raffaele Piccirillo nei confronti di Cosentino, dove il pentito Gaetano Vassallo nomina come referenti dei casalesi specificamente Italo Bocchino, Mario Landolfi e Gennaro Coronnella
N. 36856/01 RG.N.R
N. 74678/02 RG. GIP
TRIBUNALE DI NAPOLI
Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari
SezioneXXI
ORDINANZA CAUTELARE
Il Giudice dr. Raffaele Piccirillo,
sulla richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere presentata dai Pubblici Ministeri dottori Alessandro Milita e Giuseppe Narducci in data 17 febbraio 2009, integrata con trasmissione atti in data 27 febbraio 2009, 13 maggio 2009, 7 luglio 2009, 27 ottobre 2009 nei confronti di:
COSENTINO Nicola, nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1959, ivi residente in Corso Umberto I n.44
INDAGATO
del delitto di cui all’artt. 110, 416 bis – I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, c.P., perchè non essendo inserito organicamente ed agendo nella consapevolezza della rilevanza causale dell’apporto reso e della finalizzazione dell’attività agli scopi dell’associazione di tipo mafioso denominata “clan dei casalesi” – promossa e diretta da Antonio BARDELLINO (fino al 1988),da Francesco SCHIAVONE di Nicola, detto “Sandokan “, da Francesco BIDOGNETTI e da Vincenzo DE FALCO (dal 1988 al 1991) e infine da Francesco SCHIAVONE di Nicola e da Francesco BIDOGNETTI – dopo l’arresto di questi ultimi due, da Michele Zagaria e Iovine Antonio, quali esponenti di vertice, tuttora latitanti, della fazione facente capo alla famiglia Schiavone e da Bidognetti Domenico, Bidognetti Aniello, Bidognetti Raffaele, Guida Luigi, Alfiero Nicola, Setola Giuseppe e Cirillo Alessandro, quali componenti apicali che si avvicendavano alla guida della fazione facente capo alla famiglia Bidognetti (Ilei cui confronti si procede separatamente) che, operando sull’intera area della provincia di Caserta ed altrove, si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà clte ne deriva, per la realizzazione dei seguenti scopi:
– il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi settori imprenditoriali e commerciali;
– il rilascio di concessiani e di autorizzazioni amministrative;
– l’acquisizione di appalti e servizi pubblici;
– l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero esercizio del voto, procurando voti a candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni elettorali) e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici rappresentativi locali;
– il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche
Nell’interrogatorio del l° luglio 2008 VASSALLO Gaetano intrattiene gli inquirenti sul tema dei rapporti del gruppo BlDOGNETTI con esponenti politici di rilievo nazionale, come potè apprenderli dalla viva voce di BlDOGNETTI Raffaele, all’epoca reggente del gruppo camorristico, in una riunione avvenuta nel 2007, poco prima dell’arresto dello stesso BlDOGNETTI:
“Mi sono ricordato di una riunione tenuta nel 2007 presso il domicilio di un parente di Raffaele Bidognetti, e più in particolare presso l’abitazione ave Raffaele Bidognetti è stato arrestato in occasione della sua ultima latitanza. In questa abitazione mi sono recato più volte proprio per incontrarmi con Raffaele. Si tratta di una casa sita nei pressi della piazza Padre Pio di Casal di Principe, di piccole dimensioni, dove peraltro avevo già accompagnato i Carabinieri di Caserta per indicargli il luogo dove si nascondeva Raffaele Bidognetti.
Nel corso di questa riunione, che peraltro avvenne nello stesso giorno, poche ore prima, dell ‘arresto di Bidognetti Raffaele, io parlai della circostanza che mio fratello Salvatore voleva cedere le quote del Park Hotel di sua spettanza a Ventre, di cui non ricordo il nome, e a Nicola Gargiulo ‘o capitone, entrambi di Lusciano. (omissis)
Tornando alla riunione in cui venne arrestato Bidognetti Raffaele, ricordo che si fecero i nomi anche di alcuni politici nazionali.In particolare, Bidognetti Raffaele alla mia presenza e alla presenza di Di Tella Antonio, riferì che gli onorevoli Italo Bocchino, Nicola Cosentino, Gennaro Coronella e Landolfl facevano parte del “nostro tessuto camorristico”.
Devo dire che non era la prima volta che, con riferimento a queste personalità politiche, sentivo parlare in tal senso e cioè come politici che potevano favorire gli interessi del clan camorristico e che per questo stavano a nostra disposizione.
Ricordo che Landolfi, in occasione della penultima campagna elettorale, aveva chiesto l’assunzione presso l’EC04 di diverse persone da lui indicate tramite Peppe Valente e Sergio Orsi che poi lo avrebbero dovuto votare.
In cambio Landolfi era a disposizione del clan al fine di consentire l’aggiudicazione di appalti intervenendo su politici locali, ovvero per i trasferimenti di affiliati detenuti.
(. ..) A proposito del trasferimento di detenuti, ricordo che una figlia di Sergio Orsi a nome Flora è amica della sorella di “Carusiello”, di cui non ricordo il nome, e spesso l’accompagnava a fare i colloqui con “Carusiello”.
Sergio Orsi mi ha raccontato di aver mandato dei soldi a “Carusiello” in carcere, ammontanti a circa cento milioni di lire. Ciò avveniva alla fine degli anni ’90. Inoltre il “Carusiello” aveva chiesto di intervenire sa qualche politico locale per avere un trasferimento dal carcere. Sergio Orsi parlò con Nicola Cosentino per il trasferimento di Cantiello Salvatore, alias Carusiello in un altro carcere e il Cosentino si mise a disposizione per la richiesta di Orsi. Non so se il trasferimento si è avverato”.
Nella memoria depositata presso l’ufficio di Procura il 12.11.2008 l’indagato segnala l’implausibilità della raccomandazione di Cantiello Salvatore per un trasferimento carcerario, rimarcando come il Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria sia costituito in gran parte da magistrati.
Deve osservarsi che questo passaggio delle dichiarazioni di Vassallo non risulta riscontrato, nè smentito da risultanze obiettive.
Pertanto ad esso non si attribuirà rilievo nella presente decisione. Tanto più che si tratterebbe di un favore personale promesso da Cosentino a Sergio Orsi, i cui esiti sono sconosciuti allo stesso collaboratore
(da “Lettera43“)
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