IL “CORRIERE DELLA SERA” E IL NUOVO ASSE ROMA-LONDRA ANTI-MIGRANTI
DUE DISPERATI CHE VOGLIONO NASCONDERE LA TRAGICA CRISI ECONOMICA DEI LORO PAESI
Il bollettino governativo di via Solferino (Corriere della Sera) ha pubblicato ieri un bellicoso proclama a firma congiunta di Giorgia Meloni e Rishi Sunak che sancisce la nascita dell’Asse Roma-Londra per “il ripristino della legalità in ambito migratorio”.
Al fine di “fermare gli sbarchi” e/o “bloccare le partenze” i due ex imperi (l’uno già uscito dall’Ue, l’altro che ci sta dentro malvolentieri) annunciano un “cambio di passo” nella guerra alle organizzazioni dei trafficanti consistente “in particolare” nel “distruggere le loro catene di approvvigionamento”. In altre parole: intervenire in Tunisia, e magari in Libia, per radere al suolo i cantieri africani in cui vengono fabbricate le imbarcazioni.
Come non averci pensato prima? Barche affondate prima ancora che partano, e il gioco è fatto. Così non sarà necessario neanche pagare il Ruanda per spedirci a forza i migranti, come prometteva Sunak: piano già bloccato dai giudici inglesi, ma lodato da Meloni che ci diffida dal chiamarlo “deportazione”.
Col bollettino del nuovo Asse euroscettico, la nostra premier ha voluto creare il clima propizio al suo incontro pacificatore con il cancelliere tedesco Scholz, intanto che il suo partner Orbán accusava l’Unione europea nientemeno che di stupro.
L’Europa è avvertita: se non aderisce con la necessaria determinazione alla controffensiva, sappia che dovrà fare i conti con “il nostro ruolo guida congiunto”. Un “partenariato senza precedenti” che prevede anche “la costruzione di caccia da combattimento”.
Meloni&Sunak, una coppia di veri “duri”, non c’è che dire. Che in comune hanno anche il bisogno spasmodico di far dimenticare alle loro opinioni pubbliche le condizioni disastrose in cui versa l’economia dei due Paesi.
Colpa dell’emergenza migranti? Macché, se non ci fossero se li inventerebbero.
La nuova trovata, dopo il blocco navale, è il bombardamento delle barche. Vuote, finché è possibile.
(da Il Fatto Quotidiano)
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