IL DEPUTATO LEGHISTA CHE HA DEFINITO “NEO-TERRORISTA” SILVIA ROMANO E’ INDAGATO PER VOTO DI SCAMBIO E PROSSIMO AL PROCESSO
IN SERATA CHIEDE SCUSA “SE HO OFFESO QUALCUNO”… NESSUN PERDONO PER SOGGETTI IN MALAFEDE CHE INFAMANO PERSONE PERBENE, IL BUONISMO E’ FINITO
Dopo aver calunniato alla Camera Silvia Romano, definendola “neoterrorista” e avere ancora nel pomeriggio ribadito il concetto, in serata il parlamentare leghista Pagano cambia versione: “Se offeso qualche sensibilità – ha detto – mi scuso. Sulle scelte personali nessuno ha titolo e diritto di intervenire”.
Evidente la pressione del partito per il cambio di atteggiamento, dopo essere stato sputtanato in tutta Italia.
Ma chi è Pagano? Classe 1959 di San Cataldo, provincia di Caltanissetta, muove i suoi primi passi in politica tra le fila della Democrazia Cristiana e fa il suo esordio in una assemblea politica nel 1994, venendo eletto con Forza Italia alla Regione.
Per due volte è assessore regionale, prima alla Sanità nella Giunta Provenzano di centrodestra (1996-98) e poi al Bilancio e ai Beni Culturali con Cuffaro.
Nel 2008 il salto nazionale con l’elezione nell’allora Popolo della Libertà alla Camera dei Deputati, venendo rieletto anche nel 2013 sempre col Pdl.
Passa quindi al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, ma nel 2016 lascia il partito in dissenso sul ddl sulle Unioni Civili, aderendo il 18 ottobre di qeull’anno a Noi con Salvini, il movimento politico associato alla Lega Nord per il Mezzogiorno.
Nel 2018 arriva la terza elezione alla Camera dei deputati con la Lega di Salvini, con un importante nel suo ‘feudo elettorale’ di San Cataldo dove il Carroccio incassò il 9%.
Della Lega-Noi con Salvini è coordinatore per la Sicilia Occidentale.
Ha avuto guai giudiziari non ancora risolti. Nel 2018 finì indagato, insieme al segretario siciliano del movimento Angelo Attaguile, in un’inchiesta sul voto di scambio che vedeva coinvolta la lista salviniana.
Scambio di voti, favoritismi e promesse di posti di lavoro: era un sistema diffuso quello che a Termini Imerese era stato messo in piedi per condizionare le regionali del 2017 e le comunali dello stesso anno.
Al culmine di un’inchiesta che ha trasversalmente toccato gli schieramenti in campo, la Procura della Repubblica ha emesso 96 avvisi di conclusione indagini, un atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio per assessori regionali, deputati, sindaci e amministratori comunali.
L’indagine, condotta dal pm Annadomenica Gallucci, è stata avviata due anni fa sull’onda delle polemiche suscitate dalla candidatura nella lista della Lega di Mario Caputo, fratello dell’ex deputato regionale ed ex sindaco di Monreale Salvino che non poteva essere candidato per una condanna per abuso d’ufficio.
Al suo posto era stato presentato il fratello ma nella promozione elettorale sarebbe stato utilizzato un espediente: il nome di Mario Caputo era accompagnato dalla specificazione “detto Salvino” che avrebbe, secondo la Procura, indotto gli elettori a confondere l’identità del candidato scambiandolo per il vero Salvino Caputo.
Di questa presunta manipolazione della volontà degli elettori rispondono sia i fratelli Caputo sia gli ex coordinatori della Lega in Sicilia, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile.
Questo è il personaggio che rappresenta per conto di Salvini la Lega alla Camera.
(da agenzie)
Leave a Reply