IL FLOP DEL VOTO ELETTRONICO, VOCI DAL CAOS
“ORGANIZZAZIONE PESSIMA”: LA CHAT DEI DIGITAL ASSISTANT
I 6.750 digital assistant – i giovani reclutati dall’agenzia di lavoro interinale Manpower per supportare presidenti di seggio e scrutatori nel referendum sull’autonomia della Lombardia svolto con il voto elettronico – sabato e domenica si sono scambiati decine di messaggi scritti e vocali via whatsApp per aiutarsi reciprocamente.
Il Corriere ha potuto leggere e ascoltare i loro dubbi e le loro difficoltà che mettono bene in evidenza come chi doveva essere messo in grado di fare funzionare le 24.400 voting machine in realtà era, suo malgrado, impreparato.
I giovani si sono sentiti lasciati soli e poco formati.
Le loro testimonianze spiegano anche, almeno in parte, i problemi tecnici che possono avere portato ai mega ritardi nella comunicazione dei dati sull’affluenza e ai risultati del voto.
Uno dopo l’altro i messaggi possono aiutare a ricostruire il dietro le quinte di quel che è successo sabato e domenica, al di là delle dichiarazioni ufficiali dei politici che sostengono che il voto elettronico è filato liscio.
«Comunque organizzazione pessima, davvero pessima». «Hanno sbagliato a dividerci in turno A e B: dovevano metterci insieme così potevamo sostenerci a vicenda e smazzare il lavoro in due e aiutarci». «Io non so se è successo anche a voi ma i presidenti di seggio credevano che noi avessimo una preparazione un po’ più seria». «Io ho provato a entrare ancora avendo messo password e login giuste, ma non sono riuscita a entrare nel sistema». «Io comunque me ne sbatto nel senso che non va». «Ma c’è qualcuno come me che non ha ricevuto nè l’username nè la password per questo famoso E360?». «Qualcuno sa dirmi come devo accedere a questo E360?». «Non so come devo fare».
Il digital assistant è un tecnico, ma formato solo con un corso online di poche ore.
Il suo ruolo è di garantire il funzionamento dei tablet e chiamare il numero verde 800.861.431 in caso di difficoltà a risolvere i problemi: «Peccato – dicono i giovani – che il numero fosse sempre intasato».
La corretta installazione delle voting machine andava controllata tramite la piattaforma mobile E360, piattaforma che dalle testimonianze risulta spesso impallata. La sintesi della giornata di voto elettronico secondo il racconto dei digital assistant: dispositivi costati 23 milioni di euro che non vanno e chi deve farli funzionare troppo spesso non in grado di farlo.
(da “il Corriere della Sera”)
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